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Lorenzo Quinn torna a Venezia con una nuova, discutibile, installazione. Se in occasione dell’ultima Biennale avevamo visto le mani che “sostenevano” un palazzo a Ca’ d’Oro, sul Canal Grande, quest’anno Quinn ci riprova e si sposta all’Arsenale, con un enorme ponte formato da coppie di mani che si stringono, alte 15 metri e lunghe 20. “Building Bridge – Costruire ponti” celebra i valori universali dell’uomo, partendo proprio da Venezia, città di “ponti” – reali e metaforici – e Patrimonio Universale dell’Umanità: “Venezia è una città patrimonio mondiale ed è la città dei ponti. È il luogo ideale per diffondere un messaggio di unità mondiale e pace in modo che molti di noi in tutto il mondo costruiscano ponti con gli altri piuttosto che muri e barriere” ha spiegato l’artista. (NG)
A mio parere, l’opera di Lorenzo Quinn avrebbe assunto maggiore incisività se le braccia di uno dei due lati del canale fossero state di colore “nero africa”, metaforicamente contrapposte a quelle “bianco lega” della sponda opposta.