09 dicembre 2015

L’ultima opera di Gormley? Un incubo

 

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31 figure umane, 4 in ferro installate a livello della strada e 27 in fibra di vetro posizionate sui tetti dei grattacieli del quartiere finanziario di Hong Kong. È l’ultima puntata di Event Horizon, progetto itinerante dell’artista inglese Antony Gormley, iniziato nel 2007 a Londra. «È un invito a guardare in alto», spiega Gormely. «È una sorta di agopuntura. Questi “aghi” viaggiano nel corpo collettivo della città, ma oltre questi che si vedono, quanti altri aghi rimangono fuori della nostra vista?».
Ma nonostante le intenzioni terapeutiche di Gormley, gli hongonkini non l’hanno presa troppo bene. La polizia locale ha ricevuto decine di telefonate di persone preoccupate. Gli “aghi umani” dell’artista, fatti a sua immagine e somiglianza, sono stati infatti scambiati per aspiranti suicidi. E l’obiettivo di Gormley di risvegliare energie positive «per espandere il nostro campo visivo fino ad abbracciare l’universo osservabile», ha soprattutto tenuto svegli gli abitanti di Hong Kong.

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