22 ottobre 2015

Parreno delle meraviglie

 

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Anche stavolta l’HangarBicocca di Milano ha superato sé stesso, con la complicità di Philippe Parreno. La sua “Hypothesis”, curata da Andrea Lissoni, non è una semplice mostra – anche perché, come detto durante la conferenza stampa, non c’è nessun oggetto appeso al muro o messo sotto teca da contemplare – ma è una sorta di percorso mistico, trasognato, incantevole, bizzarro, polisemico, struggente, incantato. Mai psicotico, tutt’al più agitato in alcuni tratti, ma sempre riflessivo. 
Difficile descrivere la maestria compositiva con cui si sommano i “marquee”, le note dei pianoforti, le ombre e le proiezioni, il rumore della pioggia, delle auto, dei tuoni. E difficile, altrettanto, dare una definizione esaustiva. È un componimento poetico nel quale perdersi, che richiede tempo, complicità e voglia di lasciarsi pervadere, incantare. Non è un gioco per bambini, ma un complesso scenario che mostra come la luce e il suono possono diventare sublime scultura. Poco importa se a Milano non ci sono gli spazi del Palais De Tokyo e se, alcuni, hanno notato una somiglianza vicina a “Hypnosys”, la tappa precedente all’Armory Park Avenue di NYC. 
Quel che conta è che Philippe Parreno ci abbia portato la sua camera delle meraviglie qui, e ora. Noi vi invitiamo calorosamente ad attraversarla. (MB)

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