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Quando si dice collezionista vip dei vip si pensa a lui. Non c’è Stallone che tenga, Kate Moss o altri. Leonardo di Caprio è un must delle fiere. Che sia a New York (paparazzato da Exibart giusto ieri), Londra, Basilea, Hong Kong o Miami, arriva puntuale alla preview. È una certezza. Un po’ come accadeva nella vecchia Konigsberg (oggi Kaliningrad) dove gli abitanti, al passaggio di Kant, rimettevano gli orologi. Se c’è Leo, la fiera può cominciare. Senza Leo, niente fiera.
Lui poi fa di tutto per non farsi riconoscere: scoppola calzata fino sugli occhi, bavero della giacca tirato su quanto basta e vai. Anche quando si palesò nello stand di un’attonita Francesca Minini a Hong Kong era col cappello in testa. In realtà con questa mise lo riconoscono tutti: “Toh, c’è un tipo che con questo caldo boia gira con il cappello”. “Ma è Di Caprio, non l’hai riconosciuto? Solo lui gira le fiere con qual cappello in testa”. Insomma, Leo alle fiere è un po’ come il nostro Flavio Favelli alle mostre e nella vita tutta. Che senza berretto non è Flavio Favelli.