Nessuna retorica in un giorno come questo. Soltanto il ricordo e un abito da sposa. Bianco come latte di madre e come il sogno di potere incarnare unâesistenza votata allâuguaglianza fra i sessi e le culture. Unâutopia, direbbe qualcuno. Un obiettivo etico e morale, secondo qualcun altro. Lâarte è lo strumento necessario, aggiungerebbe unâaltra voce. E intanto una nuova pagina viene scritta: câè una macchia rossa al centro e non è il simbolo di un tramonto, neppure lâelogio della lentezza.
Nessuna retorica in un giorno come questo: Pippa Bacca â al secolo Giuseppina Pasqualino Di Marineo â avrebbe pensato lo stesso. Anche quellâ8 marzo del 2008 in cui da Milano diede avvio con Silvia Moro alla performance itinerante âSpose in viaggioâ: vestire lâabito bianco che incarna lâidentitĂ femminile primigenia e attraversare undici paesi devastati dai conflitti armati per promuovere la pace. Guardava a Gerusalemme, Pippa, ma la sua ultima tappa divenne la Turchia: lâautostop, il velo bianco che copre il capo e lâabito nuziale che incarna il fiore del giglio. La fiducia che si trasforma in illusione, la speranza che trasmuta in carne fragile: un progetto artistico che si interrompe troppo presto. Pippa Bacca diede il suo ultimo saluto a Gebze, poichĂŠ quella terra divenne il suo talamo e il suo altare sacrificale. Era il 31 marzo 2008.
Basta addentrarsi tra le pieghe di questa sua ultima esperienza artistica per capire che Pippa Bacca masticava la vita, la faceva sua in ogni dove: nei suoi gesti, nei suoi lunghi viaggi per il mondo, nelle sue performance. Sotto la sua pelle scorreva il sangue di una temeraria âGiovanna DâArcoâ mentre i suoi progetti erano baci scagliati altrove. Come tutta la sua ricerca del resto: guardava oltre âil fiumeâ, Pippa Bacca, oltre il confine flebile che disarciona le coscienze, oltre la fragilitĂ umana che parla di differenze. Amava la natura. A lei non interessava la retinica prospettiva che Ă ncora lâuomo in superficie impedendogli di vivere profondamente. Lei si proiettava verso lâaltro sullâonda di una fiducia reciproca che riteneva possibile costruire: i confini politici e geografici erano per lei bandiere da sventolare per parlare di un possibile ritorno al rispetto di diritti universali: âSpose in viaggioâ portava con sĂŠ questa missiva. E non è un caso che lâartista evocasse la âBallata delle donneâ di Eduardo Sanguineti ogni qualvolta voleva commentare il suo obiettivo: ÂŤPerchĂŠ la donna non è cielo/ è terra/ carne di terra che non vuole guerraÂť. Il viaggio di una sposa speciale, dunque, verso un sogno forse ancora oggi irrealizzabile, ma che custodiva in sĂŠ la forza del volo dâUlisse e lâumiltĂ cristiana di chi brucia dâamore per gli altri.
Il suo sguardo era rivolto sempre al mondo femminile e a quellâaffondo in una declinazione contemporanea dellâessere donna che scardina le veritĂ assolute di una tradizione antica e ormai anacronistica. Ă il tempo di un fare arte che si presenta come pratica del dono e di una gestualitĂ tutta intima che attribuisce al velo della donna â quello nuziale appunto â un simbolo di purezza e libertĂ , e non certo di reclusione.
In questa giornata che si tinge della stessa luce dei girasoli di Van Gogh, risuonano ancora le parole della âGiovanna DâArcoâ di De AndrĂŠ: ÂŤDella guerra sono stanca ormai/ al lavoro di un tempo tornerei/ a un vestito da sposa o a qualcosa di bianco/ per nascondere questa mia vocazione al trionfo e al piantoÂť. Sulla partitura di un canto che si fa poesia, viene voglia di chiedersi che sapore abbia la libertĂ , e pure lâuguaglianza. Ma non câè posto per la retorica oggi, piuttosto per un giglio e per il colore verde: simboli di quella speranza che Pippa Bacca amò cosĂŹ tanto.
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Se l'e' cercata.
Questo ĂŠ il modo di esprimersi( non di ragionare) di quelle numerose persone che hanno giudicato il gesto di Peppa.
Lo hanno svilito riducendo alla stregua di atto irresponsabile quello che ĂŠ stato il sogno di una ragazza che ha voluto credere un mondo in cui ancora la vita umana fosse rispettata senza per questo sottovalutare i pericoli cui andava incontro.
Non ci resta che illuderci che il suo nome non cada nell'oblio