Categorie: lavagna

INDEPENDENTS

di - 19 Dicembre 2017
Il Caffè internazionale di Palermo è una delle strutture che sono state invitate alla scorsa edizione di NESXT a Torino. Qui, tra un incontro, una chiacchiera, un gioco costruttivo e un bicchiere di vino, ho avuto modo di confrontarmi a lungo con l’artista Stefania Galegati, co-fondatrice con il marito Darrell Shines e Davide Ricco del bar multiculturale e multietnico palermitano.
Dal 26 Ottobre al 5 Novembre avete “trasferito” temporaneamente a Torino il vostro spazio. Numerosissimi gli interventi, tra i quali: Giuseppe Stampone, Simone Frangi, Pietro Gaglianò, Giacinto di Pietrantonio, le Drifters, Juan Sanduval, Casa Sponge, Daria Filardo, Marco Raparelli…Quale il filo rosso di quelle vostre giornate?
«Abbiamo deciso di utilizzare lo spazio a Torino rilanciando e invitando una serie di realtà a consigliarci: è appena nata la Scholè, a Palermo, pensata da Davide Ricco, Maria Rosa Sossai, Giulia Crisci e me. Ci serviva sapere come altre realtà che si occupano di didattica dell’arte si muovono e li abbiamo invitati a raccontarsi. Lu Cafausu, A.Titolo, Cesare Viel, il liceo Caravaggio di Milano etc. E noi ci siamo raccontati invece in una festa alla sede di Nesxt».
Caffè Internazionale
Avete aperto nel cuore di Palermo due anni fa, che cosa è cambiato in questo lasso di tempo?
«Si sono sporcati i divani».
Come ha accolto la città il vostro progetto?
«Palermo è una città dura come avrete sentito dire. Ci puoi entrare solo se scavi dal basso, se ci vivi per un bel po’, se ne condividi le sofferenze e allora un po’ si fa penetrare. Ci sono delle belle comunità al centro storico. Ci supportano per quello che facciamo, ma non ancora sulla fiducia. Facciamo una conferenza di Bifo, e la gente verrà ovviamente, ma se la settimana dopo la conferenza è di una persona meno conosciuta siamo molti meno!».
Nai Palm al Caffè Internazionale
Cercando informazioni su di voi in rete, finisco su TripAdvisor, tra i molti apprezzamenti, quasi tutti Eccellenti, due Molto Buoni, mi colpisce il commento di Andrea D di Roma: “Il Caffè Internazionale nasce dalle ceneri del vecchio Lulu Pub, uno dei primi locali degli anni 90 dove andare a ballare al centro storico. A questo proposito, chi ricorda per esempio il Cambio Cavalli?[…] Un caffé des artistes oserei dire […] divertirsi e allo stesso tempo ubriacarsi di cultura con mostre e performances di primo piano, in compagnia di personalità di spicco della vita artistica cittadina. Non a caso il caffè internazionale è diventato sede abituale del team di Manifesta, la biennale di arte contemporanea che invaderà Palermo nel 2018 […] Insomma lunga vita al caffè internazionale!”
Un accenno al passato, con uno sguardo al futuro…ti lascio commentare.
«Non c’è tanto da dire, lo spazio ha vissuto molti locali dalla metà degli anni novanta, ogni tanto entrano clienti con storie di 20 anni fa  (qui ho chiesto a mia moglie di sposarmi, per esempio). Lo spazio aiuta a sentirsi bene perchè è grande e vario. A volte capitano dei momenti magici di intensità difficile da raccontare, il primo giorno della Scholè ieri, l’intellecutalEYEzed di Fiammetta Borsellino, l’after party di Robert Glasper non so non te lo posso raccontare, la forza del caffè è che non è un bar, non è uno spazio espositivo, non è una scuola, non è un locale per concerti,  è un po’ casa e un po’ no…è una specie di organismo con una vita tutta sua».
Jack Fischer

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