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I ragazzi “normali”, cioè i non “figli di” (la maggioranza), sanno molto bene e fin dall’adolescenza, che in Italia oggi (ma anche ieri) è molto difficile riuscire ad avere un lavoro nel proprio settore di competenza nel vecchio modo cioè studiando, cercando di eccellere, imparando le lingue, facendo stages e corsi di formazione (chi se li può permettere ovviamente) oggi tutto questo non basta…se sei una ragazza carina la carriera può certamente essere facilitata attraverso la concessione di favori sessuali, e le ministre del governo Berlusconi ne erano la lampante e tragica dimostrazione, se sei un ragazzo devi avere un santo in paradiso….beh non vedo perché stupirsi se i giovani fuggono dall’Italia. Ho due figlie di 15 anni e già da due anni sono consapevoli del fatto che la loro permanenza in questo bel Paese, dove sono nate, è temporanea, e questo è davvero triste. Stiamo allevando una generazione di emigranti, non con la valigia di cartone, ma comunque di emigranti perché il futuro per i ragazzi è altrove.
La seconda parola chiave dopo meritocrazia è ETICA nessun essere umano mediamente intelligente può pensare di vivere in un Paese senza morale, dove non c’è etica non ci sono regole, e solo chi è molto protetto può muoversi senza farsi male nel “far west”, e oggi questo è il nostro paese un “far west” dove vincono i malfattori.
La terza parola è CULTURA, senza una buona e strutturata cultura di base non si può governare né tantomeno legiferare, è grazie alla mostruosa ignoranza di chi ha potere se oggi le regioni non hanno più soldi (perché vengono spesi in beni superflui come le ostriche o i Suv) e i capi delle commissioni cultura sono scelti fra i rappresentanti meno “presentabili” dei gruppi consiliari. La cultura che è l’unico vero, enorme e ricchissimo patrimonio del nostro paese, è trattata da troppo tempo come un dicastero di serie B da offrire come regalia a chi non può aspirare a qualcosa di più “importante” tipo Esteri o Interni (stessa becera filosofia per quanto riguarda l’istruzione altro ministero considerato poco appetibile e quindi svenduto).
Solo attraverso la meritocrazia, l’etica e la cultura potremmo provare a immaginare di realizzare un sogno: avere un governo serio, un parlamento privo di indagati, ladri, corruttori, venduti, mafiosi e mignotte e quindi un sistema funzionante. Con un sistema meritocratico i cervelli smetteranno di fuggire verso quei Paesi civili, in cui la ricerca, l’istruzione e l’arte, intesa sia come strumento di cultura in senso astratto che come volano per l’economia, non sono state ridotte a brandelli da un sistema politico corrotto e cieco.