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“La casa non sono le pietre ma qualcosa che ti porti dentro” scrive il giornalista Anthony Shadid, in relazione alla scoperta delle sue radici libanesi. E la casa di Ekhlas, giovane vedova di Homs protagonista del video di Mario Rizzi Al Intithar (L’attesa), è una tenda nel campo profughi siriani di Al Zaatari, teatro della vita di chi ha perso tutto e vive alla giornata, traendo da ogni piccolo gesto quotidiano la forza di sopravvivere. Curato da Cristiana Perrella e presentato allo Studio Miscetti di Roma, è uno spaccato di un’esistenza ai margini di tutto, condotta da Ekhlas insieme ai suoi figli: il maggiore si chiama Abdo e non resiste nel campo: torna in Siria a combattere per morire sul fronte. Opere come questa ci portano a riflettere sui tempi di oggi, e sulla gerarchia di valori che diamo alle cose: solo chi non ha nulla da perdere può ridare senso al quotidiano?
Ludovico Pratesi