Cazzotto non è solo un colpo improvviso ma anche il nome originale dello storico Bacio Perugina. Ed è da questa strana commistione che sa di un impatto tanto dolce quanto inaspettato, che è nato Cazzotto, il progetto di arte diffusa per il centro di Perugia. Nato da un’idea degli artisti Simona Frillici e Giassi Piagentini, prodotto e realizzato dagli stessi, insieme a un ristretto gruppo di collaboratori volontari, Cazzotto ha fatto registrare tre round, pardon, tre edizioni, nel 2017, 2018 e 2019 e, oggi, la storia di questo match è raccontata in un volume, che sarà presentato il 7 ottobre, in Sala S. Anna, nel capoluogo umbro. Oltre a Frillici e Piagentini, all’incontro saranno presenti Enrico Sciamanna, autore del testo interno, Leonardo Varasano, assessore alla cultura della città di Perugia, Fabio Versiglioni per Futura Libri, casa editrice della pubblicazione.
Gli artisti che hanno partecipato alle tre edizioni sono stati circa un centinaio. Tante le istituzioni coinvolte: Comune di Perugia, Regione Umbria, Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci, Vescovato di Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria, Università per Stranieri, Collegio della Sapienza Vecchia-Fondazione ONAOSI. E tantissimi i linguaggi scesi in campo, tra videoarte, performance itineranti e installazioni, a stretto, anzi, diretto contatto con le persone, con i fruitori occasionali, gli attraversatori cittadini.
«Cazzotto è stato caratterizzato dalla brevità di durata (dai tre al massimo di sette giorni nel 2018) e dalla diffusione di opere site-specific e performance nel centro città , prevalentemente all’aperto, con la volontà di coinvolgere anche un pubblico occasionale e non solo gli addetti ai lavori», spiegano gli organizzatori.
«Gli spazi scelti, collegati tra loro tramite l’arte, disegnavano una mappa ideale (diversa per ogni edizione) con cui si intendeva portare attenzione ad accadimenti e luoghi, dimenticati o ignorati, tuttavia significativi nella storia socioculturale di Perugia. Clou di ogni evento è stata la visita guidata allo svelamento delle opere, momento di coinvolgimento del pubblico anche tramite improvvisate performance. Ha avuto luogo lungo le vie cittadine mostrando sia le opere installate all’aperto, sia quelle dislocate negli spazi interni meno accessibili».
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