Curato da Cynthia E. Roman il catalogo descrive il cambiamento sociale e architettonico che l’Inghilterra ha subito a causa della rapida industrializzazione attraverso le opere dei vedutisti che in quel periodo si adoperarono a ritrarre il paesaggio cittadino e rurale. Le 51 opere (appartenenti allo Yale Center for British Art di New Haven) presentate, non vengono analizzate per mezzo di una critica vera e propria ma sono accostate da un contributo letterario di autori del tempo. Il risultato è piacevole anche in virtù dell’introduzione ai testi letterari firmata da Carrie Raider che ben spiega il motivo che ha indotto a pensare il catalogo con questa formula. Il fascino dei “panorami” britannici non coinvolgeva solamente i pittori, ma anche gli scrittori. Da qui l’idea di far coincidere punti di vista e sensibilità differenti verso il medesimo “oggetto della contemplazione”: si avranno allora le descrizioni di Edmun Burke circa quale sia l’animale che più ci riconduce al “sublime” accanto alla rappresentazione pittorica di Gorge Stubbs “Cavallo aggredito da un leone”; oppure lo scritto di Daniel Defoe a corredo di un dipinto di Francio Wheatley “Il Medway a Rochester nel Kent”; o ancora le righe di Mary Shelley a supporto del capolavoro di Joseph Wright of Derby “Notturno con cottage in fiamme”.
Nella nota Carrie Raider spiega che in quel periodo in Inghilterra non erano solamente gli scrittori più importanti a riempire fogli su fogli di descrizioni paesaggistiche, ma era piuttosto un’ usanza comune anche per i dilettanti che benché non chiudessero le proprie note in un vero e proprio romanzo o saggio, si concedevano la licenza di tenere diari di viaggio, oppure di scambiare fitte epistole con amici o cari. Bisogna riconoscere che la tipologia di scrittura reperita per questo catalogo spazia dal romanzo, al diario di viaggio, dall’espistole alla nota…ma non tralascia articoli di stampa, trattati sul giardinaggio e studi topografici. Se nella parte iniziale del catalogo Cynthia E. Roman si preoccupa di delineare gli aspetti più sociologici e storici della differenza di stile tra un artista e l’altro, nonché del motivo che spingeva a insistere sulla pittura di paesaggio e quindi a ritrarre campagne,scorci di città, scene di vita agreste, nella scheda delle opere in mostra invece assolve appieno a quella che è la differenza tecnica tra gli artisti in virtù dello stile del background di ognuno. La biografia purtroppo si limita a quella degli artisti, tralasciando di informarci sulla vita degli scrittori citati. Anche se non ricco di elaborazioni teoriche, o particolarmente interessante per analisi o curiosità, il catalogo rimane una buona appendice ad una mostra che per quanto osannata non si risparmia dal lasciare perplessità. Le riproduzioni dei dipinti sono di buona qualità ed in formato accettabile.
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