Categorie: Libri ed editoria

catalogo | Espressionismo Tedesco: arte e società (1997)

di - 25 Gennaio 2001

Con il contributo di pregevoli autori, il catalogo ripercorre le tappe del movimento artistico tracciando una liaison tra avvenimenti politici, entusiasmi sociali, guerra e pensiero colto, delineando la complicata gestazione del fenomeno riconosciuto in arte come espressionismo e che a prescindere dalla radice pittorica di estrema originalità ha determinato un mutamento culturale cui ancora oggi siamo debitori. Semplicemente scorrendo l’indice l’itinerario proposto risulta efficiente nel descrivere le tappe e gli scenari che fecero da cornice al movimento tutto: Dall’ espressionismo della Germania Imperiale (a firma di Peter Paret) a quello architettonico (ad opera di Bruno Zevi) passando per analisi brillanti di ciò che è stato nel periodo della guerra (Joan Weinstein), di come abbia coinvolto l’arte Italiana (Maurizio Calvesi), di come fosse vicino al Romanticismo (Roland Marz); non mancano certo i riferimenti verso le altre arti e infatti appaiono piuttosto esplicativi i saggi circa il teatro (Friederich Rothe), la musica (Quirino Principe) e il cinema (Leonardo Quaresima). Con una matrice naturalistica le prime opere espressioniste tendevano a esaltare l’armonia tra uomo e ambiente, ritratto non nella caotica attività sociale, ma piuttosto ripreso nell’intima immersione nei luoghi isolati, ameni, meditativi….ecco che spiagge baltiche o le rive dei laghi del Moritzburg determinano una sorta di libertà dall’affaticamento industriale per garantire una “rigenerante” spiritualità dell’individuo…gli artisti di questo periodo (Max Pechstein, Kirchener, Rottluff) si dedicano ad un nudo provocatorio e vivace, sprezzante delle implicazioni sociali e incline ad abbracciare una natura amica e confidente. Diverso invece sarà il “ritorno alla città” dettato dalla curiosità per uno sviluppo economico-culturale di una Berlino post unificazione (del 1871) e che determinerà una pittura più decisa, forte…irruente; l’esempio più emblematico di questo nuovo intendere la vita cittadina, affascinante e sordida…piacevole e triste, lo abbiamo con le opere di Kirchner che forse fu il più attento interprete di una società che cambiava con ritmi vertiginosi e che rischiava per l’appunto di far perdere ogni “ragionevole” contatto “umano” …ecco che non vengono dipinte le classi povere, la misera condizione abitativa dei nuovi immigrati…o lo scontro politico, ma si forma (al contrario di come è stato in Francia nello stesso periodo) una denuncia degli ambienti mondani: cabaret, sale da ballo, caffè…ma anche i ricchi o le prostitute. Non ci dobbiamo nemmeno dimenticare (e nel catalogo l’argomento viene trattato in maniera piuttosto ampia) della nutrita produzione di ritratti e autoritratti che a partire dagli anni ’14/15 artisti come Rottluff, Heckel, Kokoschka o Barlach crearono con le caratteristiche forme spigolose, asimmetriche …indice di un malessere dell’uomo che nelle opere di Otto Dix troverà massima rappresentatività. Inutile spiegare cosa significò la guerra per gli artisti del periodo…rimane tuttavia interessante analizzare come maturò la repulsione verso di essa dopo un esaltante condivisione dei valori che la scaturirono…in effetti se all’inizio lo scontro bellico, quindi la chiamata alle armi, venne visto come un “giusto” tentativo di ordine, in seguito gli orrori e i pericoli dello stesso trovarono sempre più forza: nelle pagine del catalogo il saggio a firma di Weinstein illustra in modo analitico tutte le fasi di questo periodo descrivendo anche la militanza politica degli stessi artisti a favore della rivoluzione. I nomi che il catalogo porta alla luce sono quelli (oltre ai già citati) degli artisti Georges Grosz, Walter Jacob, Alexej Jawlensky, Vasilij Kandiskij,, Franz Marc, August Macke, Otto Mueller…ovvero di tutti coloro che in misura più o meno determinante dettarono le prospettive dell’espressionismo pittorico grazie non solo alle opere create, ma proprio in virtù dello stesso stile di vita condotto.

Risulta molto interessante il capitolo dedicato a “Programmi, manifesti e saggi critici” curato da Andrea Frey e janni Muller-Hauck in quanto funge da ottimo supporto critico per l’individuazione della partecipazione politica degli espressionisti e anche per la documentazione fornita circa la creazione dei manifesti anche in ambiti non tedeschi (quello dei Futuristi italiani ad opera di Marinetti, per citare un esempio); non mancano le tavole raffiguranti i manifesti, come i volantini propagandistici. Il catalogo offre anche una chiara “biografia degli artisti” e una “cronologia essenziale” che risulta esaustiva. In ogni saggio ci sono ottime illustrazioni a corredo del tema testuale, come anche il supporto di fotografie e di frame cinematografici nei contributi di Zevi e Quaresima assurgono ad un ruolo esplicativo piuttosto riuscito. Ho già ribadito all’inizio di questo articolo l’esito positivo della mostra proposta da Palazzo Grassi, non mi rimane che confermare anche la riuscita del catalogo che illumina in modo esauriente l’attività artistica di quel periodo…ne analizza brillantemente le implicazioni storico-sociali e delinea le contaminazioni con altri “incipit” culturali. Rimane un ottimo strumento per capire cosa tale “Ismo” sia stato, e cosa abbia rappresentato per la contemporaneità.

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Espressionismo Tedesco: Arte e Società
A cura di Stephanie Baron e Wolf-Dieter Dube
1997, Bompiani

Formato: 21 x 28,5; 400 pagine;
Illustrazioni: bianco e nero e a colori, numero non riportato
Confezione: Brossura
Stampato su carta. R4 New Matt Satin 150 g/m delle Cartiere Burgo
Lit: 85.000
ISBN 88-452-3532-7
Bombiani, via Mecenate 91, Milano





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  • Finalmente mettete le didascalie nelle foto. Molto bello, utile, grandi!

  • anche la nostra galleria ha dato da parecchi anni il suo contributo alla divulgazione delle opere "espressioniste", attualmente è in corso una Rassegna di dette opere fino al 24 febbraio prossimo -
    cordiali saluti gianfranco schreiber

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