Cento anni di Fila. Un secolo di storie di colore, di lapis ed affini è Il libro edito da Pietro Corraini che raccoglie i testi di Valerio Millefoglie (tradotti in inglese da Olivia Dewey) e le illustrazioni di Andrea Antinori. Un racconto che fa emergere le connessioni tra le vicende di una delle aziende e le storie policrome delle persone che l’hanno costruita: uomini, donne e ragazzi. Cento anni di Fila è una celebrazione della quotidianità, del presente e dei ricordi di milioni di bambini ed ex-bambini, dai due anni in su.
La storia di Fila (acronimo di Fabbrica Italiana Di Lapis & Affini) inizia il 23 giugno 1920 quando l’azienda venne costituita a Firenze, su iniziativa di un gruppo di imprenditori capeggiati dal Conte Giuseppe della Gherardesca. Da quell’estate sono trascorsi cento anni e le aspettative dei fondatori «di fabbricare e commerciare lapis, oggetti e articoli di cancelleria e di durare per 50 anni», sono state ampiamente superate…arrivando a festeggiare quest’anno il centenario della sua nascita.
Nel volume è anche inserito il LAPISCENTO prodotto ad hoc per il Centenario. Si tratta di una matita di grafite realizzata con un sistema di recupero degli scarti di legno di cedro da filiera certificata PEFC, un omaggio ai lettori ma anche, come ricorda Fila, «Un invito ad alimentare la storia condivisa, a lasciare il proprio segno».
Scritto in doppia lingua, italiano e inglese, Cento anni di Fila risponde alle dimensioni ormai globali dell’azienda (dal 2015 quotata alla Borsa di Milano nel segmento Star) che conta oggi 22 sedi produttive e 35 filiali in tutto il mondo e marchi iconici tra cui Giotto, Tratto, Das, Didò, Pongo, Lyra, Maimeri, le carte Canson e Arches e migliaia di prodotti per scrivere, disegnare, colorare, modellare e dipingere.
«Cento anni di FILA rende speciale l’importante traguardo del Centenario, ancor di più alla luce del difficile periodo che tutti noi stiamo vivendo. Coglie l’essenza della nostra azienda che si fonda sulla vicinanza alle persone, al supporto dei loro progetti creativi, all’essere parte delle storie quotidiane. Un racconto corale che attraverso le parole, le immagini e le emozioni ci rappresenta appieno. Mi piace soprattutto perché si discosta dal cliché del libro aziendale. Parla del nostro heritage, delle nostre ambizioni, della nostra passione e della nostra visione per il futuro, ma lo fa – permettetemi il gioco di parole – in punta di matita, mettendo al centro le persone e il valore condiviso generato dalla potenza dirompente della creatività», ha dichiarato Massimo Candela, CEO Fila Group.
Candela ha poi continuato ringraziando Corraini Edizioni, Valerio Millefoglie e Andrea Antinori, «Per aver saputo cogliere il desiderio di rendere questo libro un progetto unico. Ringrazio anche tutte le persone che ci hanno regalato la loro storia e i dipendenti di Fila che ogni giorno la rendono possibile. Grazie a tutti per il viaggio avvincente che ci proietta verso il futuro. Insieme e con nuovi colori».
A impreziosire ancor di più il volume è la carta sui cui è stampato, anch’essa uno dei marchi Fila. La carta per le belle arti Canson, nata 450 anni fa nella campagna francese di Annonay. La carta è stata utilizzata dalla famiglia Montgolfier per le prove di volo della prima mongolfiera e da artisti come Eugène Delacroix, Vincent Van Gogh, Henri Matisse, Salvador Dalì e Andy Warhol.
La struttura narrativa si sviluppa in due parti. Nella prima parte, Valerio Millefoglie restituisce al lettore cento anni di avvenimenti, frutto di un intenso lavoro di ricerca negli archivi aziendali e di ricostruzione storica. Dai documenti costituitivi dell’azienda, alle innovazioni di prodotto, dalla strategia di acquisizioni internazionali avviata negli anni, alle curiosità e alle testimonianze di chi ci ha lavorato.
Tra gli avvenimenti più avvincenti di questa prima sezione, scopriamo che la matita Telefono degli anni trenta è indissolubilmente legata al cinema dei “telefoni bianchi” e delle dive. Negli anni Settanta, invece, Alberto Candela crea la matita per il trucco e nel ’79 Tratto Pen (oggi esposto al MoMa di New York) e Tratto Clip vincono il Compasso d’Oro. Ancora, la testimonianza di Federico Fellini su La Stampa di Torino in cui ricorda le matite colorate Giotto della sua infanzia.
Fino ad arrivare a oggi e alle sfide legate alla globalizzazione e alla complementarietà con il Fine Art che caratterizza il modello di business sviluppato da Massimo Candela, che guida l’azienda dal 1991.
Alla narrazione si accompagnano immagini storiche e dalle illustrazioni prodotte dalla matita (è il caso di dirlo) di Andrea Antinori che visualizzano i passaggi cruciali e sottolineano il legame tra Fila, la società e il colore.
La seconda parte è composta da 100 testimonianze di persone diverse tra loro per vissuto e professione che hanno scelto di raccontarsi. Ciò che emerge sin dalle prime pagine è un forte senso di appartenenza a una grande comunità. Cento voci che ci ricordano l’essenza di Fila: unire le persone con piccoli, grandi strumenti che permettono l’espressione del sé.
Da un punto di vista grafico, i contributi si contraddistinguono da un font che ci riporta a una dimensione quasi diaristica, trasportandoci da un titolo a un variopinto mondo personale.
Il racconto delle esperienze che si susseguono allegramente fra le colorate pagine si apre con il contributo di Simonetta Agnello Hornby che ci riporta all’Agrigento della sua infanzia. La narrazione si chiude con il racconto di Matilde Rini, bambina di 9 anni che da grande vorrebbe lavorare nell’ufficio “non lo so”, un luogo dove quello che fai lo scopri solo quando sei entrato: un luogo dell’immaginario dove tutto è possibile.
Un libro da leggere e da vedere e in cui ciascuno di noi può rivivere la sua storia.
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