David Zwirner Books ha annunciato la pubblicazione di “Oh, to Be a Painter!”, di Virginia Woolf, il ventesimo volume della rinomata serie “ekphrasis”, disponibile dal 30 novembre. Nonostante il dimostrato interesse nell’attività di ricerca artistica del Bloomsbury Group, rinomato circolo composto da intellettuali e pensatori dell’epoca che si riuniva nell’omonimo quartiere londinese, fino a ora non era ancora stata proposta un’edizione accessibile o una selezione di saggi della celeberrima scrittrice dedicati all’arte. Questo volume raccoglie non solo il suo saggio più lungo sul tema della pittura, “Walter Sickert: A Conversation” (1934), ma anche un insieme di saggi e recensioni più brevi, come “Pictures and Portraits” (1920) e “Pictures” (1925).
Gli scritti, estremamente innovativi a livello formale, rivelano la centralità delle arti visive nella scrittura e nella visione di Woolf. I testi della scrittrice, impegnata nel dibattito culturale del tempo, contengono riflessioni inedite anche su aspetti più tecnici come il trattamento del colore e della forma. Si percepisce inoltre che l’attività della Woolf fosse legata al lavoro di sua sorella, la pittrice Vanessa Bell, disegnatrice di molte delle copertine dei suoi libri.
In “Oh to Be a Painter!”, Woolf illumina la relazione complessa e interdipendente tra l’artista e la società e rivela le sue mutevoli prospettive durante decenni di cambiamenti sociali e politici. Fornisce anche un commento acuto su specifiche opere d’arte e sul rapporto tra arte e scrittura. Oh, to Be a Painter! è una raccolta eterogenea che unisce titoli che vanno dalle riflessioni in tarda età sulla critica d’arte di Paul Gauguin, a una storia idiosincratica di figure che urinano nell’arte di Jean-Claude Lebensztejn, a resoconti viscerali di prima mano di grandi opere d’arte dell’estetista femminista radicale Vernon Lee. Il tutto è rifinito dall’accurato quadro storico introdotto dalla scrittrice e accademica Claudia Tobin, che colloca i saggi nel loro contesto sociale di riferimento.
Storicamente, la ekphrasis rappresenta una delle più antiche forme di scrittura, in uso presso gli antichi greci, dedita alla pratica e all’abilità di presentare opere d’arte con resoconti vividi e ricchi di dettagli. Più in generale, è tradizionalmente definita come rappresentazione letteraria dell’arte visiva. Oggi, ekphrasis è interpretata più apertamente come una forma d’arte, che si tratti di scrittura, arte, musica o film, utilizzata per definire e descrivere un’altra forma d’arte, al fine di portare al pubblico l’impatto esperienziale e viscerale del soggetto.
Dal suo lancio nel 2016, la serie “ekphrasis” di David Zwirner Books è impegnata nel rendere accessibili al grande pubblico testi rari, fuori catalogo e su commissione come edizioni tascabili. Acclamato come “un approccio vivificante alla critica d’arte”, dimostra il continuo impegno di David Zwirner Books nell’alimentare il dibattito contemporaneo sull’arte visiva.
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