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exibart.es, sbarca in Spagna la nuova rivista d’arte e cultura contemporanee
Libri ed editoria
di redazione
Le prime pagine web di exibart risalgono al 1998, l’anno precedente all’entrata in commercio del Nokia 3210. exibart era una pagina d’arte e, adesso, è una piattaforma multicanale dedicata alle culture visuali contemporanee e oltre. Dal Prize a Street, dal Supermartek alla Digital Gallery, passando per il tradizionale onpaper e i progetti speciali editoriali (come il “Libro dei 222 Artisti” e i numeri dedicati alle case d’asta e ai premi), l’universo della rivista ha espanso i propri confini per leggere, interpretare e raccontare i temi delle attualità delle arti, seguirne i flussi e le attitudini. Oggi raggiungiamo Carolina Ciuti, direttrice di exibart.es, la nuova sezione di exibart che ha appena aperto le porte della sua redazione in Spagna, con base a Barcellona. Una nuova revista digital enfocada en la contemporaneidad, autonoma ma parallela, che sarà focalizzata sulla prospettiva dell’arte iberica ma senza tralasciare gli eventi più interessanti del panorama internazionale.
Iniziamo dalle presentazioni. Da chi è composta la redazione di exibart.es?
«La linea direttiva di exibart.es è composta da tre persone, Gabriel Virgilio Luciani, capo redattrice, Raquel Coll Juncosa, responsabile della comunicazione, ed io. Poi ci sono i collaboratori delle diverse sezioni e i contributors. La nostra conoscenza risale a qualche anno fa, ma è la prima volta che abbiamo l’opportunità di lavorare assieme su un progetto. Quando ho ricevuto l’incarico di dirigere la rivista e mi è stata data la possibilità di scegliere con chi collaborare, ho pensato che selezionare delle persone con interessi e sensibilità affini fosse determinante. E così ho coinvolto Gabriel, giovane curatrice di origini americane ma adottata da Barcellona dove ha svolto i suoi studi universitari, e Raquel, artista emergente catalana con alle spalle un percorso come direttrice di fotografia. Mi pareva importante avere come complici persone che avessero uno sguardo attento e fresco sul mondo dell’arte contemporanea e che fossero in grado di comunicarlo attraverso la scrittura e le immagini. E poi ci sono io che, come Gabriel, tendo a definirmi una curatrice quando mi chiedono di mettere un’etichetta a quello che faccio. Tra gli altri progetti importanti a cui mi dedico, c’è la direzione artistica del festival di video arte LOOP Barcelona».
Verso quale direzione sarà orientata la linea editoriale della nuova “costola” spagnola? Quale sarà il taglio specifico?
«exibart.es metterà l’accento sulla dimensione dell’arte contemporanea nel contesto spagnolo. Essendo un progetto in fase di lancio qui in Spagna, ci sembra essenziale definire fin da subito la nostra linea editoriale, prediligendo un approccio focalizzato e selettivo. Seguendo quest’idea, una delle proposte distintive della rivista sarà sicuramente la sezione RadAr(t), che offrirà una panoramica di tutte le residenze attive sul territorio e un calendario costantemente aggiornato dei bandi in corso. Pensiamo che potrebbe convertirsi in un servizio essenziale per gli artisti in cerca di sostegno materiale e di un contesto appropriato per lo sviluppo della loro ricerca, ma anche per i visitatori curiosi di una città che vogliano conoscere “cosa bolle in pentola” fuori dal contesto istituzionale dei musei».
Qual è il vostro target di lettori riferimento?
«In questa prima fase, puntiamo sicuramente a un pubblico critico e specializzato, ma anche a lettori e lettrici incuriositi dall’arte contemporanea che vogliano ricevere informazioni diverse circa l’offerta culturale nella loro città».
La base di exibart.es è a Barcellona. Puoi descriverci la situazione dell’arte contemporanea in città?
«Dopo un periodo che non definirei incredibilmente brillante, sembra ci sia stato un cambio di tendenza, legato soprattutto alla nomina di nuove cariche direttive in molte delle principali istituzioni. Penso ad esempio al Museu d’Art Contemporani de Barcelona, meglio conosciuto come MACBA, con Elvira Dyangani Ose alla direzione, o a La Capella, guidata da David Armengol; vale la pena menzionare anche la nuova tappa del centro Arts Santa Mònica, spazio che per lungo tempo ha faticato a trovare una sua direzione e che adesso sembra lentamente andare nel verso giusto sotto le direttive di Enric Puig Punyet. A capo della Virreina Centre de la Imatge è stato inoltre riconfermato Valentin Roma, che negli ultimi anni è riuscito a presentare a Barcellona mostre di artisti del calibro di Lorenza Böttner o Joseph Beuys. Tra i progetti più piccoli, spiccano la Sala d’Art Jove guidata dal dinamicissimo Pli-é Collective, La Escocesa diretta da Alba Colomo e Hangar capitanato da Anna Manubens a partire dal 2022. Tutti questi cambiamenti fanno sperare in un futuro più roseo per il mondo dell’arte contemporanea in città, già popolato di interessantissime proposte artistiche».
In Spagna, l’ambiente dell’arte e della cultura in che modo ha reagito alle difficoltà causate dalla pandemia?
«In modo quasi fisiologico, la pandemia ha reso ancora più fragile e precario un settore che lo era già moltissimo prima. Attivando una riposta tardiva e maldestra, le istituzioni hanno cercato di promuovere politiche culturali a sostegno dei settori più colpiti e di sostenere gli artisti legati alla scena locale; così, nel giro di pochi giorni sono comparsi diversi bandi municipali o regionali per l’acquisizione di opere, i metodi di selezione e le tempistiche dei quali continuano però a generare ancora molto dibattito. In ogni caso, avendo vissuto questo periodo con un piede in Italia e uno in Spagna, mi viene da riconoscere al Paese che mi ha adottata gli enormi sforzi fatti per mantenere aperti gli spazi deputati alla cultura fino all’ultimo – nel pieno rispetto delle misure di sicurezza – mentre in Italia veniva chiuso tutto. Adesso sembra si stia tornando un po’ indietro rispetto alla situazione della pandemia: non ci resta che aspettare per vedere cosa succederà e nel frattempo sperare che questo non comporti un’altra battuta d’arresto insostenibile per il settore dell’arte e della cultura in generale».
Com’è il panorama dell’editoria d’arte in Spagna? Quali sono le fiere e gli appuntamenti di settore?
«Ci sono diverse case editrici e riviste specializzate che si danno appuntamento ogni anno presso ArtsLibris, progetto nato del 2009 e dedicato ai libri d’artista, alle proposte auto editate e alle riviste digitali. Ci sono poi una serie di blog che riscuotono successo tra gli appassionati del settore, come per esempio “Campo de relámpagos”, che propone un doppio focus critico su Spagna e America Latina. Di proposte simili a exibart.es ce ne sono alcune ma tutte principalmente concentrate nell’offrire esclusivamente servizi di comunicazione e marketing. Per quanto riguarda gli appuntamenti di settore, invece, mi viene da dire che si contino sulle dita di una mano: ARCOMadrid indubbiamente, Estampa, SWAB e, ovviamente, LOOP Barcelona ;)».