In copertina nere sopracciglia unite e stampate su un viso affascinante, un paio di corna da cervo, barba, baffi e qualche altro piccolo ritocco alla Andy Warhol.
Lei è Frida, la grande Frida Kahlo. La storia è la sua vita, raccontata a fumetti da Marco Corona ed edita da Stampa Alternativa. Una biografia per immagini, parole, eventi e sogni.
Il racconto comincia dalla fine: la tragica morte di Frida Kahlo. “Sono morta 43 anni fa nello stesso luogo in cui nacqui: la Casa Azul di Coyocan, un sobborgo di Città del Messico”. Morte e nascita il punto di partenza per un viaggio all’interno dei due limiti spazio-temporali. Un viaggio giustamente definito ‘surreale’, dal momento che è lì che conduce l’immaginario evocato dai disegni e dal percorso narrativo scelto. La surrealtà è la chiave di narrazione e di lettura, ed è anch’essa tassello messo là per descrivere al meglio la figura di Frida Kahlo.
“Ho sempre dipinto la mia quotidiana realtà di sofferenza e anche i miei quadri più strani non sono altro che la fedele cronaca della mia vita, nient’altro che questo”. Una cronaca surreale è quanto ci ritroviamo davanti, ineccepibile tanto per i disegni che per i testi. Una cronaca che ha come traccia narrativa un racconto biografico e autobiografico (“Frida. Vita di Frida Kahlo” di Hayden Herrera, “Il diario di Frida Kahlo: autoritratto intimo” di Carlos Fuentes e Sarah M. Lowe e “Kahlo” di Andrea Kettenmann sono le fonti). E’ Frida Kahlo che racconta la propria vita, e soprattutto l’amore per Diego Rivera, e dà voce alle ammalianti immagini in bianco e nero. Sono le frasi di Frida, incastonate tra un evento e l’altro, a mettere l’anima nella storia e a scandire i tempi del racconto, in perfetta sintonia con la narrazione disegnata, quest’ultima capace di rendere in pieno la surrealtà di opere e vita.
La fine della storia è l’addio, la messa in atto della tragica morte annunciata nella prima tavola per voce di Frida. Ed è sempre Frida che, lacrimante e ridotta ad essere testa senza più corpo, chiude dicendo: “Adesso che tutto è finito e non rimane nient’altro che la cronaca sbiadita di coloro che mi sono sopravvissuti. Adesso che le mie ceneri e le ossa di Diego sono lontane le une dalle altre. Adesso che sono morta e la mia gelosia da sola non basterebbe a smuovere questi poveri resti polverosi. Adesso basta!”.
Di Tiziana Lo Porto con la collaborazione di
Fino al prossimo 21 aprile il Museo Civico di Bassano del Grappa ospita “Brassaï. L’occhio di Parigi”, la mostra realizzata…
Fino al 24 febbraio l’installazione site specific dell’artista marocchina Meriem Bennani dà forma a una misteriosa sinfonia attivata da molteplici…
Parigi continua a fare della cultura un tassello cruciale di sviluppo: l’offerta delle grandi mostre, visitabili tra la fine del…
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…
Visualizza commenti
corona è un figo!
non l'ho mai visto ma è bellissimo!
Questo libro é un capolavoro!
cazzo, minchia, cioè cazzo, porkazza vacca eccheccazzo!
mi deve 50 sacchi!Se lo becco gli faccio sparire quel sorriso idiota dalla faccia da culo che tiene!
"Adesso che tutto è finito e non rimane nient'altro che la cronaca sbiadita di coloro che mi sono sopravvissuti. Adesso che le mie ceneri e le ossa di Diego sono lontane le une dalle altre. Adesso che sono morta e la mia gelosia da sola non basterebbe a smuovere questi poveri resti polverosi. Adesso basta!".
grazie per aver scritto l'articolo
ciao Frida un amico
Non male...non male.