Categorie: Libri ed editoria

GRAPHIC NOVEL

di - 20 Febbraio 2019
Il piacere di sfogliare un libro si misura inevitabilmente al contatto delle dita con le immagini: lontani dal corso delle parole incastrate nel testo, valutiamo i segni grafici con rapidità quasi fossero vetrine. Sfogliare un libro sembrerebbe allora riservare una certa scarica di adrenalina, una scrollata ancora analogica, di quelle che pure aiutano a tirare avanti tra le morse di una tastiera.
Il libro che mi è capitato tra le mani è un libro che, in qualche modo, attendevo. Qualcosa il cui formato mi aiutasse a riflettere sulla disposizione di un testo che riposa orizzontale mentre affronto pagine che solitamente schierano in marcia le parole. E poi l’argomento del libro, che ci tocca da vicino: serie tv consumate dall’autore Massimo Giacon in numero di 100 + extra, un personale e lucido atlante legato al consumo di cui sopra. Il risultato è una miscela di testi e immagini autenticamente posizionate in maniera che l’indice non sia la sola modalità di consultazione (ad ogni buon fine, si trova in fondo al testo un indice alfabetico delle serie. Per ogni serie è riportato il titolo in italiano, il titolo originale e la data di prima messa in onda).
Ed è subito serial (Soggetto, sceneggiatura e disegni: Massimo Giacon; editor: Diego Manara; Panini 9L, 2018) in copertina ritrae l’autore con orsetto teddy mezzo orbo a seguito: connesso con lo schermo attraverso una fumela di personaggi, “le ha viste proprio tutte” è il cartello in alto a destra. Nella quarta di copertina, oltre alle informazioni minime testuali (essenziale bio, citazione dal testo, tweet sul libro) forse l’aereo di Lost impatta con una testa a forma di schermo, rivelando – forse – la nostra natura di sopravvissuti in quanto spettatori.
Massimo Giacon, Serial
Quasi didascalia comune per disegno e serie, un sommario testuale introduce alla sceneggiatura disposta nelle immagini; la resa cromatica ha i giusti toni per favorire una lettura riposata; l’ingrediente narrativo viene giocato attraverso una personale interpretazione degli spazi e dei tempi del fumetto. Una sorta di zapping tematico nel tempo, come guardare le televisione senza il telecomando, rintracciando il modello di consumo comune per l’esperienza dei milioni di italiani abituati a fare dello schermo l’unico molestatore culturale della vita quotidiana.
Le serie televisive come educatrici che da decenni misurano la temperatura al nostro bisogno di intrattenimento: il merito di questo libro è proporre una rivisitazione diffusa evitando lo schiacciamento sul presente e favorendo un percorso tra le serie. Cento serie sono tante, per chiunque: il merito della rielaborazione personale permette al lettore di curiosare tra parole e immagini, come nel caso di MadMen dove suggerisce graficamente i toni etici della serie (acutissima la rilettura di Pete Campbell come versione in carne e ossa di Stewie dei Griffin).
Un libro da sfogliare prima per indugiare poi, sulle singole pagine che realizzano un’opera davvero gradevole da un lato, sui diversi tempi del tempo unico della serie dall’altro.
Antonio Mastrogiacomo

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