Il Circolo dei Lettori di Torino, lo scorso 2 febbraio, ha ospitato la presentazione del catalogo TELL_US (Boîte Editions), a cura di Francesca Simondi, risultato di un complesso ed entusiasmante progetto ideato dall’Associazione Culturale Messy Lab, collettivo di ceramica di Torino in collaborazione con l’Associazione Culturale Torri Superiore.
Il catalogo del progetto TELL_US racchiude il racconto, la documentazione fotografica, interviste agli artisti e testi curatoriali del progetto che, reso possibile grazie al maggior sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Luoghi della Cultura 2020, dopo la prima fase di progettazione è terminato con due residenze d’artista presso l’Ecovillaggio Torri Superiore, seguite da workshop, talks di approfondimento ed un ricco Public Program.
La presentazione del catalogo si è rivelata un momento di approfondimento e scoperta, a partire dal racconto del luogo che ha ospitato le residenze d’artista. L’Ecovillaggio Torri Superiore, borgo medievale nell’entroterra ligure che vanta almeno 700 anni di storia, è infatti dal 1989 centro di attività turistiche e culturali sotto la guida di Lucilla Borio, presidente dell’Associazione Culturale Torri Superiore. È una comunità composta da 22 famiglie (di cui una tedesca) che, oltre a concentrarsi su turismo ecosostenibile e sull’agricoltura biologica a risvolto sociale, promuove attività culturali, partendo da un metodo di processo decisionale interattivo e proficuo, volto al consenso e alla relazione di tutti coloro che ne vengono coinvolti.
Il progetto TELL_US, come raccontato dalla presidente dell’Associazione Messy Lab, Francesca Simondi, si è concentrato sulla valorizzazione della cultura della ceramica artistica e artigianale, culminato con i lavori site specific degli artisti Marguerite Kahrl (1966, Beverly, Massachussets) e Emanuele Marullo (1989, Catania) selezionati tra oltre quaranta artisti che hanno aderito all’open call. Non solo: il progetto da un lato ha valorizzato il patrimonio architettonico dell’Ecovillaggio, dall’altro ha altresì riqualificato il laboratorio di ceramica e la programmazione di residenze d’artista per ceramisti.
Se durante la presentazione del catalogo si è parlato di forte armonia nello sviluppo delle varie fasi progettuali, la sensazione è immediatamente percepibile dalle parole degli artisti, che con le diverse personalità, competenze ed energie hanno interagito con il luogo e le sue peculiarità.
Ne hanno tratto un dialogo trasversale tra discipline quali arte contemporanea, antropologia, sociologia e cultura visuale in senso ampio. Un forte accento è stato posto da Lucilla Borio proprio sull’importanza dell’elemento dell’ascolto e dal confronto, anche con riferimento agli aspetti pratici di realizzazione delle opere; dunque il processo artistico si è rivelato condivisione, apprendimento e valorizzazione.
Si è accennato anche all’interessante osservazione di Lucia Giardino che con riferimento all’arte contemporanea dove spesso prevale l’elemento del dissenso, in questo caso è evidentemente prevalso un nuovo modello di consenso partecipativo e dialogo artistico costruttivo.
Marguerite Kahrl, scultrice che lavora con diversi media, ma soprattutto con la ceramica, ha realizzato in argilla Galestro un sistema modulare di nidi per uccelli, in dialogo con un ornitologo in un’ottica di “relation objects”, ossia relazioni tra persone, luogo e oggetti con alla base la sensibilità della ricerca artistica. L’intento era di creare un habitat, che automaticamente determini una nuova relazione anche tra persone e ambiente. Dall’altro lato Emanuele Marullo si è concentrato sul dar valore a ciò che è al di fuori della sua opera, in particolare all’unione tra comunità e ambiente, sfruttando la ricerca di memorie, in quella che ha definito una “dimensione temporale di prossimità”. L’installazione, composta da frammenti di materiali ritrovati nell’Ecovillaggio, è diventata come una finestra per l’ascolto, per la visione, resa ancor più intensa dalla collocazione sulla suggestiva “Torre Isolata” dell’Ecovillaggio.
Sul punto Francesca Simondi ci racconta che «il contributo dei due artisti è stato notevole in quanto il loro lavoro non prevedeva esclusivamente l’ideazione di un’opera permanentemente pensata per il contesto ospitante, ma a loro era richiesta anche la capacità di entrare in dialogo con la comunità residente, mettendo in discussione se stessi e l’idea di arte che avevano maturato fino a quel momento».
L’intento di favorire la sensibilizzazione artistica e culturale, ma anche la condivisione dell’esperienza, il dibattito e il dialogo tra comunità, artisti, curatori, sono tutti aspetti che attraverso la consultazione del catalogo risultano raggiunti con una forte sensibilità, non solo artistica ma anche delle personalità coinvolte. Il modello di identità collettiva, globale e non globalizzante, che tenga conto degli scambi planetari, della diversità e singolare delle culture e degli individui, e di come queste possano interagire e mutare a loro volta, di cui parla Francesca Simondi (cfr. Edouard Glissant) è il risultato emozionante che traspare dal catalogo e dal progetto, ma anche della potenzialità dell’arte contemporanea e della sua rilevanza anche al di fuori dei contesti tradizionalmente a essa destinati.
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