È stata presentata ieri, martedì 26 maggio, la ricerca dell’Associazione Italiana Editori (AIE) sul mercato del libro nel nostro Paese da gennaio ad aprile 2020 e sull’impatto che ha avuto l’emergenza Covid-19 sulla produzione, sulle vendite del settore e sui comportamenti dei suoi clienti.
I dati, raccolti in collaborazione con IE-Informazioni Editoriali e Nielsen, si possono così sintetizzare: 8 milioni di copie vendute in meno nei primi 4 mesi del 2020 per circa 134 milioni di euro di fatturato, ma «Si rischia a fine anno un calo del fatturato tra i 650 e i 900 milioni di euro su 3,2 miliardi complessivi», come spiega il presidente di AIE Ricardo Franco Levi.
Accanto ai numeri della crisi, la ricerca dell’AIE fotografa alcuni cambiamenti nei modi di acquisto degli italiani che potrebbero non terminare con la fine dell’emergenza. Nei primi quattro mesi dell’anno gli store online sono il primo canale di vendita (47%) per il libro, le librerie (oggi al 45%) provano a resistere con le consegne a domicilio e la fidelizzazione. Che la rete con la pandemia sia divenuta ancora più strategica lo dimostra anche quel 64% dei lettori che dichiara di acquistare libri su segnalazione di blog, siti dedicati e social network.
«Non si esce da questa crisi senza una forte presa di consapevolezza da parte di istituzioni e operatori. La partita non è chiusa. – ha puntualizzato Ricardo Franco Levi – Sia pure nelle difficoltà, le imprese stanno reagendo e un forte sostegno alla domanda, tramite bonus alle famiglie e acquisti delle biblioteche, può ancora avere significativi effetti. Se faremo presto». Sì occorre far presto per ridurre questo impatto drammatico dell’emergenza sanitaria sul settore dell’editoria, perché altrimenti saranno forti anche le ricadute sull’occupazione.
In questo complesso scenario di settore si collocano le novità dell’ultima ora in casa Skira, che ha annunciato, nell’ambito di un rafforzamento della struttura patrimoniale e di un piano di sviluppo della casa editrice, l’ingresso nel suo capitale dell’Editoriale Domani di Carlo De Benedetti con il 15% della società, mentre il 7,50 sarà detenuto da Massimo Moratti tramite la Massimo Moratti S.A.p.A. Il 77,50% resta in capo alla Libra del patron di lungo corso di Skira Editore spa, Massimo Vitta Zelman.
Manovre non da poco tenuto conto che, nel settore dell’editoria d’arte, Skira fondata da Albert Skira a Losanna nel lontano 1928, è oggi un gruppo editoriale internazionale, con sedi a Milano e Parigi, che pubblica circa 200 novità all’anno in più lingue, impiega una cinquantina di addetti, per un fatturato netto (2019) di 15 milioni di euro, ed è operativo tra libri, grandi mostre, gestione di librerie e servizi museali.
Il mercato italiano resta quello principale, ma circa un terzo del fatturato del gruppo proviene dalle linee di lingua straniera e dai rapporti con grandi istituzioni artistiche internazionali. Le arti visive permangono l’ambito di riferimento principale dell’attività editoriale, nella quale spiccano la collana Grandi libri e la linea di cataloghi ragionati degli artisti moderni e contemporanei.
La casa editrice opera da anni anche nel settore della produzione di grandi mostre. Inizialmente con una divisione interna, specializzata nell’area, nel 2015 la task force di Skira si è unita alla società MondoMostre, guidata da Tomaso Radaelli e Simone Todorow, da cui ha visto la luce la joint venture MondoMostre Skira dedicata alla produzione di grandi eventi espositivi. Anche in questo settore le novità di questo 2020 non mancano. Infatti, dopo cinque anni, questa joint venture si concluderà, al termine della mostra in corso al Palazzo Reale di Milano dedicata a Georges de La Tour.
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