Intervista a Marco Contini, AD e Fondatore di Edizioni Kappabit, casa editrice nata nel 2014 che si distingue nel panorama delle pubblicazioni in formato cartaceo per il forte utilizzo di dispositivi tecnologici inseriti all’interno dei propri testi. Ricerca, sperimentazione e innovazione sono gli strumenti impiegati da questa micro-impresa per fornire ai propri lettori non solo un prodotto, ma anche un servizio.
Edizioni Kappabit pur essendo una ‘micro-impresa’ (ti cito!) ha avuto l’ardire di cimentarsi in operazioni con le quali la grande industria editoriale non ha ancora osato misurarsi: in che cosa si distingue la vostra produzione?
Abbiamo introdotto nei nostri testi un modo nuovo di utilizzare le tecnologie già esistenti, determinando un cambiamento nelle pratiche di utilizzo del prodotto-libro e innovando, di conseguenza, l’esperienza della lettura. Il fruitore di questo prodotto, infatti, viene coinvolto in maniera attiva (e interattiva), divenendo così, oltreché lettore, anche “utente” del libro stesso. Il tradizionale volume cartaceo, pur continuando a esistere nella forma di “parallelepipedo di carta” (e conservando in tal modo tutti gli elementi connotanti quella esperienza sensoriale della quale nessun amante dei libri mai si priverebbe), è sottoposto a una profondissima mutazione che ne sancisce il fondamentale riposizionamento della sua stessa essenza: da prodotto a servizio.
Andando dritti al punto: la peculiarità delle edizioni Kappabit è l’inserimento di link ipertestuali – mediante QR code – all’interno dei libri stampati, trasformandoli, così, da prodotti statici a servizi dinamici: ce ne puoi parlare?
I nostri “ipertesti di carta” individuano nella tecnologia QR-Code la soluzione più semplice e adeguata sia dal punto di vista della realizzazione, sia rispetto alla sua integrazione all’interno di un normale layout di stampa. I collegamenti ipertestuali permettono, inoltre, di superare gli ostacoli di carattere giuridico, legati alla disciplina del diritto d’autore. Un QR-Code, infatti, indirizza legittimamente il lettore verso un contenuto esterno che continua a esistere là dove il suo legittimo proprietario ha deciso di collocarlo (a patto ovviamente che la sua reperibilità non sia stata preventivamente sottoposta a limitazioni di sorta!).
Quali sono le difficoltà che riscontra l’editore nell’impiego della tecnologia sopra descritta? Voi come le gestite?
L’ostacolo maggiore dal punto di vista dell’editore è garantire al fruitore un servizio di consultazione a tempo illimitato. Per superare il problema dei contenuti spostati o rimossi dalla rete abbiamo architettato un’apposita base dati ed elaborato delle procedure dedicate alla conversione di un numero illimitato di URL originari in particolari URL derivati (reindirizzamenti). In questo modo tutti i riferimenti alle fonti da noi utilizzati possono essere aggiornati in qualunque momento… ma i costi di manutenzione e aggiornamento dell’infrastruttura e dei dati in essa contenuti non sono coperti dal prezzo di copertina pagato dal lettore che remunera solo la produzione del prodotto cartaceo. Tuttavia, abbiamo scelto di procedere in questa direzione perché siamo una società che fa ricerca e sviluppo nel settore culturale e artistico e, in quanto tale, ciò che principalmente ci interessa è trovare soluzioni ad alto impatto in termini di innovazione sociale. Ispirati dal nobile ideale della responsabilità sociale d’impresa, abbiamo voluto estenderne le conseguenze a quella che mi piace definire creatività sociale d’impresa.
Ci sono pubblicazioni Kappabit particolarmente significative che vorresti citare e portare ad esempio?
Il primo tra i volumi da noi pubblicati ad adottare sistematicamente questa metodologia di scrittura è stato Immagini-mondo, di Giulio Latini: un volume di 164 pagine che incorpora al suo interno ben 100 opere cinematografiche di vari periodi storici visionabili integralmente. Nonostante siano trascorsi ormai quasi cinque anni dalla sua uscita, credo che rappresenti ancora oggi un caso più unico che raro. Immagini-mondo è la prima pubblicazione della collana “Imprese mediali” che ha visto la recente pubblicazione del volume Sopravvivenza programmata. Etiche e pratiche di conservazione, dall’arte cinetica alla Net Art, curato da Valentino Catricalà e da Domenico Quaranta, con i contributi dei più eminenti studiosi del settore. Questo libro affronta il nodo cruciale del rapporto “arte e tecnologia” dal punto di vista della conservazione, articolando le teorie, le etiche e le pratiche della conservazione delle opere d’arte applicate a media effimeri, time-based, vincolati a tecnologie soggette a obsolescenza programmata e a infrastrutture dal ritmo evolutivo incessante. In questo caso i rimandi esterni raggiungibili attraverso QR-Code sono circa 120 e si riferiscono a documenti audiovisivi, a ‘papers’ scientifici in formato PDF o a articoli pubblicati online.
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