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La leggenda della Cappella di Tremlett e Lewitt, raccontata da Andrea Bajani
Libri ed editoria
di Petra Chiodi
«Dietro ogni atto fondativo sta sempre acquattata una leggenda». Per la leggenda della Cappella della Santissima Madonna delle Grazie, conosciuta da tutti come la Cappella del Barolo, colorata dentro e fuori dagli interventi artistici di David Tremlett e Sol Lewitt, c’è un colle, un viandante e la natura che si estende a perdita d’occhio. A raccontare questa piccola ma potente versione della storia, è lo scrittore Andrea Bajani che, per le edizioni Corraini, ha tessuto insieme fili abbaglianti intrisi di suggestioni e incanto. La piccola cappella mai consacrata, a inizio Novecento «Fu innalzata per una vocazione. Che sia religiosa, che sia artistica, che fu chiesa o fu baracca, ci fu qualcuno che la vide prima ancora che ci fosse». Un punto che conquistò lo spazio: un po’ astronave, un po’ Lego caduto nel paesaggio. Sicuramente «un prodigio», suggerisce Bajani.
Tremlett e Lewitt, gli artisti santi e bevitori della Cappella del Barolo
Ai giorni nostri, la leggenda introduce anche altri personaggi: due uomini del luogo, i fratelli Ceretto, proprietari della vigna alle Brunate dentro cui sorge la chiesetta, agli antipodi per indole ma ugualmente innamorati della terra e del vino e due forestieri. Tremlett e Lewitt, artisti “santi e bevitori”. La Cappella nacque così da un dialogo segreto tra diverse anime. C’è chi ci arriva intenzionalmente e chi, per caso, pedalando su per la collina, incontra l’oggetto straordinario, «per così dire cromatizzandosi».
Prima si strabuzzano gli occhi, poi il viso si dilata in un sorriso e tutto il resto evapora. È un vero dilemma di colori primari e secondari, geometrie e gradazioni tenui e serene che preannunciano “futuri lisergici” e apparizioni divine. “L’uomo sole e l’uomo luna”, perchè Sol Lewitt accende il mondo mentre David Tremlett è il mistico delle maree, abbagliano le Langhe «con l’ultima eclissi del millennio». Non si può far altro che contemplare, in totale assenza di parole, i caldi e intensi raggi del sole fuori e la luna, pacifica e misteriosa, dentro il minuscolo edificio.
E con un bicchiere di vino tra le dita, augurare buon compleanno alla Cappella del Barolo (1999-2019)!