«Il dato m’interessa come unità di misura su cui costruire la scultura». Con questa frase Francesco Arena definisce il dato numerico come punto di partenza della sua ricerca, riassunta ora in un bel volume monografico curato da Vincenzo de Bellis, intitolato Francesco Arena, 5468 giorni e pubblicato da Skira. Il titolo potrebbe sembrare enigmatico, ma in realtà è totalmente in linea col pensiero dell’artista in quanto si riferisce alla quantità di giorni trascorsa tra la data della prima e quella dell’ultima delle sessanta opere, realizzate dall’artista tra il 2004 e il 2019 e analizzate in questo libro.
L’introduzione al mondo di Arena è affidata a una lunga e articolata conversazione con Ines Golbach, dove l’artista affronta i temi del corpo, del rapporto tra opera e spazio, dei materiali utilizzati e del suo approccio alla politica: «L’opera mi serve per raccontare una storia, o meglio un insieme di storie e pensieri, ma a un certo punto diventa una cosa a sé stante», spiega Arena. Un sofisticato storyteller capace di unire due filoni paralleli: da una parte la storia collettiva, legata spesso a episodi drammatici, e dall’altra quella personale, per fondersi in un’unica fonte di ispirazione, tradotta volta per volta con linguaggi diversi, dalla scultura all’installazione fino alle performance, sempre con la massima economia di mezzi. «Cerco sempre di usare i materiali nel modo più semplice, l’opera dev’essere compiuta con il minor lavoro e sforzo possibili», aggiunge Arena.
La parte centrale del volume è occupata dalle riproduzioni fotografiche delle opere accompagnate da brevi schede tecniche redatte dall’artista, a partire da 3,24 mq (2004) che riproduce la cella di via Montalcini 8 dove fu rinchiuso Aldo Moro nel 1978, fino a Metro di zucchero (78 giorni) (2018), composta da un metro di bustine di zucchero consumate dall’artista per bere il caffè, fissate tra loro con pezzetti di bronzo.
A conclusione del testo due saggi di Vincenzo de Bellis e Jacopo Crivelli Visconti, che indagano rispettivamente il rapporto dell’opera di Arena con il tempo e con lo spazio. A metà strada tra catalogo monografico e libro d’artista, impreziosito dalla copertina cartonata blu, il libro ha il grande merito di offrire diverse letture del lavoro di Arena, analizzandone la complessità attraverso una scrittura puntuale e diretta, concentrata a riflettere sui diversi snodi di una delle ricerche artistiche più interessanti dell’arte italiana delle ultime generazioni.
Francesco Arena, 5468 giorni, Editore Skira, 2019, Collana Arte contemporanea Cataloghi, 272 pg, 60 €
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