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La prospettiva dell’acquario: il nuovo libro di Angela Rui e Louise E. Carver
Libri ed editoria
Empatia, ascolto, armonia sono le parole chiave che accompagnano la lettura di The Aquarium is a listening glass, a cura di Angela Rui e Louise E. Carver pubblicato da Humboldt Books. Nato dalla collaborazione tra una delle ricercatrici e curatrici più interessanti della scena internazionale del design e una geologa sperimentale e ricercatrice scientifica, il libro rappresenta il seguito di una bellissima mostra Aquaria – or the illusion of the boxed sea che Angela Rui ha curato nel 2021 al MAAT di Lisbona.
Il progetto editoriale si inserisce nella produzione di Humboldt, casa editrice che si contraddistingue per la collaborazione con designer, artisti, architetti e scrittori, incrociando arte, design, fotografia, geografia attraverso racconti e esperienze, anche immaginarie, con progetti multidisciplinari aperti sulle urgenze della contemporaneità. È proprio in questa dimensione che si colloca questo curatissimo libretto che si presenta come un prezioso viaggio, composto da molteplici racconti e progetti che aiutano la conoscenza profonda degli esseri viventi delle acque, dei mari di tutto il pianeta.
Già nel titolo troviamo il verbo listening e la parola glass; acquario, bicchiere e ascolto: tre termini che superficialmente l’uno con l’altro non si accosterebbero, allora in che senso l’acquario è un “bicchiere d’ascolto”?
Strutturato in nove racconti brevi, differenti e non lineari, ambientati in acquari, stazioni zoologiche, archivi scientifici e musei di storia naturale, il bicchiere/acquario è utilizzato come strumento d’ascolto e di svelamento. In ogni storia questo oggetto di vetro si fa tramite, connettore ambientale tra l’acquario abitato da creature marine e gli esseri umani. Si profila un cambio di prospettiva che vede ancora una volta il design come protagonista della concezione dell’oggetto, ovvero l’acquario, come dispositivo sensoriale per la resa possibile di nuove forme, nuove alleanze e forse, di comprensione del conclamato fallimento dell’antropocentrismo.
Nella mostra Aquaria – or the illusion of a boxed sea, Angela Rui, insieme ad artisti e designer – alcuni di loro hanno contribuito anche al progetto editoriale – aveva già iniziato ad indagare sull’acquario inteso come oggetto peculiare da decostruire nell’immaginario comune che lo vede come elemento decorativo nella sua dimensione domestica e nella sua esposizione pubblica come strumento scientifico e culturale. Angela Rui prova a riscrivere la storia dell’acquario innestandovi un’immaginazione multispecie partendo dall’elemento liquido, l’acqua come specchio della deriva antropocentrica che trascura la conoscenza della complessità della vita marina.
Entra in gioco l’acquario, che “porta in casa” un po’ di oceano, facendo nascere una conoscenza dell’oceano e del mare, ma si avverte la necessità di cambiare, di rivisitare la concezione che abbiamo del mare e delle sue creature, ecco il motivo del sottotitolo che descrive l’illusione di avere in casa una “scatola/porzione di mare”. Decostruire i punti di vista, mischiare i piani, demolire le gerarchie, tutto è interconnesso in questo viaggio multispecie curato da Rui e Carver.
La componente scientifica si mescola all’immaginazione letteraria come nel caso di David Gruber che prova a vedere il mondo dal punto di vista dei viventi marini con lo scopo di pensare dalla prospettiva dell’altro per potersene prendere cura. Le differenze si mescolano, si mettono in ascolto in un processo di reinvenzione della vita non solo acquatica, marina. Crolla la lastra di vetro che ci separa dall’acquario, dispositivo antropocentrico per eccellenza. «Più tempo spendiamo ad osservarli attentamente, più troveremo una profonda connessione emozionale con essi», afferma Gruber.
L’invito è quello ad aprirsi alla coesistenza, a possibili relazioni di coabitazione attraverso empatia, ascolto e sensibilità. L’ansia di controllo e gestione viene accantonata aprendosi alla meraviglia della scoperta di nuovi punti di vista sulla vita. Lynn Margulis, biologa femminista ha tracciato questa prospettiva simbiotica dove caratteri differenti si mescolano per prendersi cura di sé e della vita sul pianeta. La fragilità è una ricchezza in cerca di ascolto e alleati.
Angela Rui riesce pienamente a ricordarci la capacità umana di mettersi in ascolto dell’altro, del molteplice. Dovremmo usare e affinare ognuna di queste capacità. Nella recente pandemia abbiamo provato noi umani a stare in una “bolla di vetro”, le nostre mura domestiche sono state quelle di un acquario dove imprigioniamo creature, vite privandole dell’immensa libertà della loro vera casa, il mare. L’empatia e l’ascolto nei confronti di queste creature e del loro habitat, ci spinge verso nuove alleanze, come proposto in The aquarium, un affascinante viaggio multispecie.
Negli acquari domestici e in quelli pubblici i pesci e gli abitanti del mare di diverse specie vengono costretti nello stesso spazio e, nonostante la diversità di specie, convivono, coesistono e coabitano. La raccolta di poesie contenuta nella parte finale del libro, scritta da Tonda Budszus, Benze De Ream, Anton Ripon e Ache Wang, con parole delicate e sensibili, smuove ancor di più la sensibilità nei confronti del mare e della natura in generale, risvegliando così anche il senso di responsabilità verso la cura del pianeta. Un territorio molteplice e complesso in cui vivere.
Lo scopo, l’invito di Angela Rui attraverso Aquarium is a listening glass, è quello di una pratica di scoperta e conoscenza, partendo da una sintonia sensoriale e dall’immaginazione per riscrivere insieme la vita. Attraverso racconti di creature umane e marine, siamo invitati tutti ad ascoltare le voci di viventi e non e grazie al design, un oggetto diventa concetto/pensiero/pratica, o meglio, dispositivo concettuale per imparare a percepire, ascoltare e sentire la vita. Il design ci permette di ripensare i modelli di cura, lontani dall’antropocentrismo e vicini alla “biologia dell’amore”, che stringe forte la mano a nuove alleanze e convivenze simbiotiche, rendendo da immaginifico a possibile un nuovo mondo multispecie.