La voliera senza reti di Zingonia Zingone è un piccolo capolavoro di parole e di segno, pubblicato del raffinatissimo editore di Faenza Lamberto Fabbri. Le poesie di Zingonia, poetessa e scrittrice che vive tra Costarica, Londra e Italia, sono illustrate da 30 disegni inediti del Maestro Omar Galliani. Nei versi della poetessa e nelle parole del suo editore scopriremo la genesi di questo libro d’artista, che ha visto la luce questo autunno. Due interviste che mi hanno portato in profondità nell’universo di un amore di luci e ombre, altezze vertiginose e catene invisibili. Entrambi con grande generosità hanno accettato di pubblicare in anteprima alcuni disegni di Omar Galliani e alcuni versi della raccolta con i commenti della stessa Zingonia.
Zingonia Zingone e il suo poema in 33 parti portano nella Roma contemporanea un personaggio della mitologia per parlare dell’amore nella sua dimensione terrena e divina. Il confine di questo amore è La voliera senza reti, fine metafora in cui è racchiuso il messaggio del poema, che è resa tangibile dalle parole e descritta come una «Cupola stellata piantata tra i tetti».
«Il tema del mio poema è la contrapposizione tra l’amore che imprigiona e l’amore che libera, che io ho deciso di elaborare attraverso la figura mitologica di Leucotoe, e si svolge sui tetti di Roma, dove una versione contemporanea di Leucotoe viene consumata dall’amore e poi risorge», racconta Zingonia Zingone.
L’attesa si fa cenere / nel braciere dell’alba.
«La passione brucia i tempi e i due corpi, come grani d’incenso, si consumano nel fuoco amoroso. Con il ritorno della luce e della consapevolezza s’illumina quel che resta: la cenere».
Con i giorni a venire / adeguo le mie ali al tuo volo. / Tu costruisci intorno a me / una voliera / per allontanare da me i predatori. / Quale fuoco salda la trama?
«L’amore imprigiona la persona amata che per amore si lascia imprigionare. Ma di quale amore si tratta?».
Ovidio nelle Metamorfosi narra brevemente la sua storia. Leucotoe è una giovane principessa, figlia del Re di Babilonia, che viene trasformata in un albero di incenso dopo essersi consumata in un rapporto d’amore con il Dio Apollo. Il racconto è ricco di quegli elementi che spesso nella mitologia si ripetono: amori clandestini poi rivelati (Marte e Venere scoperti da Apollo), la collera e la vendetta di una divinità (Venere), una forte passione d’amore tra una divinità e un essere mortale che si trasforma in violenza (passione indotta da Venere in Apollo che prenderà con la forza Leucotoe), l’invidia e la gelosia (della ninfa Clizia innamorata di Apollo), la punizione e la trasformazione (in un albero di incenso di Laucotoe).
Forti passioni, dall’epilogo che si presta a trasformarsi in metafora e quindi in insegnamento, raccontate nella storia dell’arte in maniere molto diverse. Il mito di Laucotoe, rappresentato nel cinquecento e nel seicento nelle incisioni di A. Tempesta e G. A. Rusconi e ancora nel settecento nei dipinti di A. Boizot, qui è trasfigurato dai versi di Zingonia e dal segno di Galliani per raccontare temi attuali.
«In questo contesto è tornato il pennello classico di Omar. All’inizio della sua carriera, rappresentava le figure mitologiche con potenza, ma anche con dolcezza e con quelle stesse sfumature che io ritrovo adesso nel mio libro. Ci sono uccelli, cupole, ali, artigli, incenso che brucia, chimere, croci sfiorate dalle costellazioni, la luna in un ostensorio di raggi rifratti su cristalli di ghiaccio, un ambiente di preghiera sui tetti.
In questa serie di disegni c’è qualcosa di misterioso, di dolce e di aggressivo, di sensuale e di mistico. Omar riesce a mettere insieme gli elementi che ci sono nelle poesie di questa mia raccolta».
Questo piccolo libro d’artista nasce dall’incontro di tre menti creative, unite dall’intuizione dell’editore stesso. Lamberto Fabbri aveva già lavorato con Omar Galliani e leggendo La voliera senza reti (già pubblicata nella collana Poesia di Edizioni della Meridiana a febbraio 2023) ha capito che il suo segno avrebbe potuto rappresentare le parole di una poesia che si nutre di metafore, mito e spiritualità come le opere del maestro.
«Per me è stato innanzitutto un grande onore che Omar accettasse di partecipare a questo progetto. Insieme abbiamo deciso che questo libro avrebbe avuto un senso soltanto se fosse stato un dialogo, in cui le mie poesie potessero parlare ad Omar e lui potesse rispondere con i disegni.
Un libro illustrato, per quanto da un artista molto famoso, non aggiunge niente. L’artista deve mettersi in gioco, come ha fatto Omar, per creare qualcosa di nuovo che possa magari trasformarsi nell’inizio di nuove riflessioni.
La poesia si rivela nel non detto. La poesia apre degli squarci. Illustrare un libro di poesie è sempre rischioso perché si può cadere nel didascalico. Omar è riuscito a mantenere un’apertura. Ha saputo, attraverso i suoi disegni un po’ sfumati, suggerire ma non chiudere, permettendo al lettore di andare oltre le parole. La poesia fa questo, dice di più di quello che dice, e così i suoi disegni. É come se ci fosse un movimento all’interno di questi disegni. Ognuno ha una sua particolarità e, anche se cerchi di afferrarla, ti sfugge, più li guardi più ti colpiscono e ogni volta che li guardi ne apprezzi uno diverso dal precedente. È uno degli aspetti che mi è piaciuto del suo lavoro.
Il libro si è costruito in modo graduale. Omar si è preso il suo tempo, leggendo e rileggendo la mia opera con a fianco il quaderno dei disegni. Ha iniziato a disegnare con il carboncino, ma il grigio non è riuscito a contenere il fuoco dei corpi e il richiamo del cielo, dunque, in alcuni è apparso il rosso, in altri il blu…All’inizio ha consegnato 9 disegni molto belli, sembrava che quello fosse il suo contributo al progetto, ma poi è tornato con altri 16 disegni e così fino ad arrivare a 33. È stata fondamentale la spinta dell’editore».
Torna colomba al nido / raddrizza la rotta del tuo volo.
«Liberarsi dal desiderio di possedere la persona amata porta ad amarla veramente. Ma come posso io fragile amare / di un amore così perfetto? Una voce indica la rotta, il volo che Omar intuisce tracciando nel cielo del suo taccuino un’ostia o un corpo celeste…».
«In tutti i libri d’artista, che pubblico a tiratura limitata, sono sempre io a curare il progetto grafico. In questo caso, la grafica della copertina è molto particolare. Prendendo spunto dal titolo del libro, La voliera senza reti, ho pensato di far volare le lettere che compongono i nomi di Zingonia Zingone e Omar Galliani nello spazio della plancia, davanti e dietro», ha spiegato Lamberto Fabbri.
«Nelle pagine interne sono tornato alla mia maniera. Nei testi scritti non lavoro solo sul font, ma intervengo sia sugli spazi tra le lettere sia sugli spazi tra le righe per dare maggiore leggibilità e rendere la pagina omogenea. Ho imparato dai vecchi tipografi, che stampavano ancora usando i caratteri mobili in piombo».
Il libro è stampato su una carta molto preziosa, una versione speciale della carta Modigliani del brand myCordenons del gruppo Fedrigoni. È realizzata con materie prime di qualità, un misto tra una carta per fare le incisioni e i cartoncini utilizzati nella stampa d’arte. La copertina, invece, è realizzata nelle fibre naturali del lino e della viscosa, che dà corpo alla struttura del libro. L’editore ha fatto della scelta di usare sempre materiali che non siano inquinanti un suo punto di forza.
Questo libro d’artista ha un’ulteriore particolarità che sta proprio nel suo formato: rispetta le dimensioni in scala del quaderno di disegni di Omar Galliani e il colore, bianco e naturale, delle carte che ha usato. «L’ho voluto io così, perché penso che il dialogo sia proprio dove i due artisti si spogliano di tutto e si incontrano in quello che è l’ambito nel quale producono. Aveva senso non tagliare e cucire i suoi disegni, ma presentarli nel loro formato originale, ha aggiunto Zingonia Zingone.
Non c’è una parola più precisa: / fiamma / la tua presenza nella penombra. / L’edera argentata e nottambula / sommerge la rete / la voliera che ci avvolge / attutisce il ferro delle parole / la ripetizione del fiato / il suono del vuoto / una promessa inesplorata eccita la pelle
«La fiamma è un uomo ma è anche lo spirito. È una presenza che risveglia i sensi e affonda le sue radici nel mistero. In questi versi predomina il silenzio della notte, il bagliore della fiamma, preludio del fuoco, del suo crepitare che si manifesta attraverso la predominanza della lettera erre che richiama il ruggito animale, il suono della combustione sensuale».
Poetessa, scrittrice e traduttrice italiana nasce a Londra, ma appartiene al mondo. Le diverse fasi della sua crescita personale e culturale sono scandite dal ritmo dei suoi spostamenti: Inghilterra, Costa Rica, Svizzera, Italia e ancora Costa Rica, Nicaragua dove ora vive e Italia.
Accade spesso che eventi tragici della propria vita portino ad una svolta importante, così è stato anche per lei: «Vedere il declino di colui che era stato il pilastro della nostra famiglia, mio padre, ha fatto sorgere in me molte domande sui perché della vita».
Fortemente influenzate dalle emozioni, le sue parole riflettono anche il carattere dei luoghi in cui ha vissuto. Il Costa Rica, ad esempio, paese della sua infanzia che ha definito «Un mondo selvaggio», è stato per lei «Importante perché mi ha riempito di colori e di profumi e ha alimentato la mia fantasia».
I temi che affronta sono legati alle esperienze e le suggestioni che la vita le mette davanti, singolare è però il fatto che cambi anche la lingua in relazione a esse. Giovanissima, inizia a scrivere in inglese i primi testi dedicati al padre, che lei stessa ha definito le sue «Bursts of emotion», esplosioni di emozione. Adulta, lascia decidere all’ispirazione se le sue poesie si scriveranno in spagnolo o italiano: «La voliera senza reti è arrivata in spagnolo, ma poi non ho potuto non scrivere in italiano: parlo delle cupole di Roma, della Città Eterna, e c’è una romanità che è molto distante dal mondo latino-americano in cui sono vissuta».
I lavori di Omar Galliani sono presenti anche in altri libri di poesia editi da Il cenacolo delle arti e curati da Lamberto Fabbri: Nel segno dell’arte, di Omar Galliani e Davide Rondoni, e Lei passa radiosa di Lord Byron, nella versione di Roberto Mussapi.
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