Allan Kaprow ha segnato la storia del teatro di ricerca e dell’arte contemporanea statunitensi. A livello teorico, insieme a Michael Kirby e Richard Schechner, è stato il formulatore di un’idea di arte scenica aleatoria ed estemporanea, in cui il confine tra esperienza estetica ed esistenza si assottiglia progressivamente. Allievo di Hans Hofmann, ne assume le caratteristiche vitali ed espressionistiche che definitivamente accolgono gestualità e immediatezza all’interno della visione estetica. Abbandona la pittura dopo un’intensa riflessione sull’Action Painting di Jackson Pollock. Convinto che l’opera di quest’ultimo sia così esauriente da poter oltrepassare la pittura per creare dei veri e propri ambienti e delle azioni indipendenti, diventa precursore di un concetto artistico che possa superare il tradizionale dualismo tra spettatore ed autore. Avvicinatosi alla composizione musicale grazie al suo maestro John Cage, ne scopre il potenziale di interdisciplinarietà assistendo ad eventi in cui le musiche di Cale si rapportavano alle esperienze figurative di Robert Rauschenberg e alla danza contemporanea di Merce Cunningham.
L’ideazione degli happening giunge con la presa di coscienza di un nuovo ruolo partecipativo da riservare al pubblico. L’Happening (o Activity) imprevedibile nello svolgimento ed evanescente nei risultati, deve coinvolgere le diverse facoltà percettive, utilizzando spazi mobili e mutevoli e facendo leva su una concezione temporale varia e discontinua. Un’azione senza un’esatta programmazione, in cui la linea di confine tra arte e vita deve rimanere il più indistinta possibile. Per ogni azione o creazione di ambienti, dunque, Allan Kaprow elaborava dei “booklet” o dei videotape che non avevano soltanto la funzione di documentare un’esperienza. Si trattava, infatti, di libri d’artista che tendevano a porsi come manuali di istruzione, utili a meglio comprendere o a sperimentare le azioni testimoniate. Una vasta gamma di discipline potevano convergere in queste pubblicazioni. Ancora una volta, l’autore si confrontava, nell’elaborazione di un “total book”, con l’interattività della propria arte, lasciando al pubblico libertà di interpretazione e una serie di parametri per poter comprendere, elaborare o rifruire l’evento. L’estensione dello strumento-libro, al di là delle proprie funzioni originarie di semplice testimonianza o di preciso documento, era uno dei mezzi per giungere a questi risultati.
Un bibliografia di questi testi pubblicati dal 1962 al 1992, curata e introdotta da Giorgio Maffei e corredata da immagini e da stralci degli scritti di Kaprow, viene ora proposta da “Mousse Publishing” per la collana “Bookspace”. Il curatore introduce il lavoro editoriale di Allan Kaprow all’interno di una più vasta temperie culturale internazionale. A partire dalle avanguardie storiche, infatti, i libri d’artista non hanno soltanto contribuito a testimoniare le nuove correnti, ma sono diventati veri e propri luoghi di catalizzazione per sperimentazioni e ricerche. Rivendicando la loro condizione di opere d’arte, hanno giocato con significati e segni, riflettendo sulle categorie di testimonianza, documento, fruibilità, divulgazione. Si sono confrontati, a livello multimediale, con materiali, strumenti dell’editoria e della pubblicità, riflettendo sui tempi e sui mezzi di percezione ed interpretazione. Nel periodo in cui Allan Kaprow pubblica i “booklet” collegati alla realizzazione delle sue Activity, altri artisti con differenti poetiche e scopi, hanno utilizzato immagini e fotografie per allargare l’orizzonte del libro al di là delle proprie originarie finalità: da Ed Ruscha a Richard Long fino a Giuseppe Penone e Hans-Peter Feldmann. La bibliografia di Kaprow, interamente in lingua inglese, si pone – nelle scelte delle opere incluse – come strumento di conoscenza e come primo tentativo di classificare un corpus di pubblicazioni. Dall’iniziale Assemblage, Environments & Happenings (1963), introduzione teorica al primo sviluppo delle Activity, si accede agli anni Settanta con la definitiva caratterizzazione del proprio modello artistico attraverso segni elementari, notazioni sommarie e suggestioni spazio-temporali: tratti stilistici di un’intera epoca di sperimentazione.
di ivan fassio
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 77. Te l’eri perso? Abbonati!
Allan Kaprow. A Bibliography Autore: Giorgio Maffei
Editore: Mousse Publishing, Milano
Data di pubblicazione: 2011
ISBN: 978-88-96501-79-5
Pagine 123, euro 24,80