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20
luglio 2009
libri_design Italianità (corraini 2008)
Libri ed editoria
Difficile sentirsi italiani? Ma c'è ancora qualcosa che rende fieri della nostra nazionalità, che accomuna e distingue. Questo “qualcosa” è costituito da oggetti e luoghi comuni. A spiegarlo è Giulio Iacchetti...
È difficile avere uno spirito patriottico, quando questo non ci è mai stato trasmesso; poi l’impresa diventa ardua, se non quasi impossibile, in momenti in cui l’idea di nazione tende a incrinarsi. Che cosa serve allora per sentire quella fratellanza tanto salda nei grandi Paesi? Da cosa possiamo riconoscerci come un unico popolo?
Se cercassimo di rispondere a questa domanda, immedesimandoci in un designer, probabilmente penseremmo agli oggetti, a quei prodotti, tutti italiani, che magicamente ci trasmettono un sentire comune. Quest’idea è venuta a Giulio Iacchetti, che oltre a essere un maestro del design, è anche un pensatore italiano e per questo la sua ricerca non si è fermata solo ai prodotti. Iacchetti ha selezionato una rosa di marchi, oggetti o più generalmente “cose” e tradizioni che non hanno mutato la loro immagine negli anni.
Trenta elementi caratteristici che ci accomunano e ci fanno sentire come a casa, spesso legati a gesti e abitudini. Individuati i temi, i due brillanti illustratori Ale+Ale e tanti designer o critici, quanti gli oggetti, li hanno interpretati. Il risultato è un libro italiano non solo per i contenuti, ma anche perché sfogliandolo si sente un senso d’appartenenza.
È un libro che richiama alla mente tutti e cinque i sensi: durante la lettura si ricorderanno sapori, odori, oggetti dimenticati, colori e usanze nostrane. A partire dal gusto, poiché si passano in rassegna i biscotti Bucaneve, racchiusi nella tipica confezione a tubo che può diventare un monocolo; la Nutella, che fa pensare a cosa avrebbe sostituito Magritte alla mela, se solo l’avesse assaggiata; le caramelle Leone, mini-gonne animate che sgambettano fuori dalla confezione; pasta aglio olio e peperoncino, unico piatto che non vanta una provenienza regionale ma nazionale.
L’olfatto annusa la colla Coccoina come se fosse un’antica bottiglia di profumo da spruzzare, e l’aroma di caffé che esce dal comignolo/becco della moca Bialetti che, in uno scenario immaginario, non è altro che un condominio.
L’udito sente risuonare la Sigla del TG1, Tutto il calcio minuto per minuto trasmesso da una gracchiante radiolina e La canzone del sole di Lucio Battisti.
La vista ricorda le insegne che costellano ogni città dalla T di Tabacchi al Cane a sei zampe dell’Agip, al colore rosa della Gazzetta dello Sport, in contrasto con il Rosso delle case cantonali.
Poi ci sono tutte quelle cose che toccano più sensi e si può dire che in fondo riconoscerle è stata una questione di “tatto”, come le frasi sgrammaticate di Fantozzi, o ancora i fumetti di Diabolik e la festa dell’unità. Tutti prodotti ancora in commercio, che probabilmente abbiamo nella dispensa, che possiamo vedere se usciamo di casa o sentire se accendiamo tv o radio.
Questi oggetti, luoghi comuni da non sottovalutare, ci fanno ri-sentire una nazionalità che ci appartiene perché l’abbiamo vissuta. Le immediate e suggestive illustrazioni, più rapidamente del testo, ci trascinano in ricordi e sensazioni. Sfogliato il libro, questa coralità diffusa fa sorridere e pensare che, a volte, per sentirsi un popolo basta poco. Non servono inni, lingue o bandiere, ma gesti condivisi e oggetti comuni.
Fare un esempio è semplice: probabilmente proprio adesso potremmo essere in un bar/tabacchi con la settimana enigmistica sotto il braccio, un pacchetto di tabù in tasca a ordinare da bere una sambuca. Con mosca, ovviamente!
Se cercassimo di rispondere a questa domanda, immedesimandoci in un designer, probabilmente penseremmo agli oggetti, a quei prodotti, tutti italiani, che magicamente ci trasmettono un sentire comune. Quest’idea è venuta a Giulio Iacchetti, che oltre a essere un maestro del design, è anche un pensatore italiano e per questo la sua ricerca non si è fermata solo ai prodotti. Iacchetti ha selezionato una rosa di marchi, oggetti o più generalmente “cose” e tradizioni che non hanno mutato la loro immagine negli anni.
Trenta elementi caratteristici che ci accomunano e ci fanno sentire come a casa, spesso legati a gesti e abitudini. Individuati i temi, i due brillanti illustratori Ale+Ale e tanti designer o critici, quanti gli oggetti, li hanno interpretati. Il risultato è un libro italiano non solo per i contenuti, ma anche perché sfogliandolo si sente un senso d’appartenenza.
È un libro che richiama alla mente tutti e cinque i sensi: durante la lettura si ricorderanno sapori, odori, oggetti dimenticati, colori e usanze nostrane. A partire dal gusto, poiché si passano in rassegna i biscotti Bucaneve, racchiusi nella tipica confezione a tubo che può diventare un monocolo; la Nutella, che fa pensare a cosa avrebbe sostituito Magritte alla mela, se solo l’avesse assaggiata; le caramelle Leone, mini-gonne animate che sgambettano fuori dalla confezione; pasta aglio olio e peperoncino, unico piatto che non vanta una provenienza regionale ma nazionale.
L’olfatto annusa la colla Coccoina come se fosse un’antica bottiglia di profumo da spruzzare, e l’aroma di caffé che esce dal comignolo/becco della moca Bialetti che, in uno scenario immaginario, non è altro che un condominio.
L’udito sente risuonare la Sigla del TG1, Tutto il calcio minuto per minuto trasmesso da una gracchiante radiolina e La canzone del sole di Lucio Battisti.
La vista ricorda le insegne che costellano ogni città dalla T di Tabacchi al Cane a sei zampe dell’Agip, al colore rosa della Gazzetta dello Sport, in contrasto con il Rosso delle case cantonali.
Poi ci sono tutte quelle cose che toccano più sensi e si può dire che in fondo riconoscerle è stata una questione di “tatto”, come le frasi sgrammaticate di Fantozzi, o ancora i fumetti di Diabolik e la festa dell’unità. Tutti prodotti ancora in commercio, che probabilmente abbiamo nella dispensa, che possiamo vedere se usciamo di casa o sentire se accendiamo tv o radio.
Questi oggetti, luoghi comuni da non sottovalutare, ci fanno ri-sentire una nazionalità che ci appartiene perché l’abbiamo vissuta. Le immediate e suggestive illustrazioni, più rapidamente del testo, ci trascinano in ricordi e sensazioni. Sfogliato il libro, questa coralità diffusa fa sorridere e pensare che, a volte, per sentirsi un popolo basta poco. Non servono inni, lingue o bandiere, ma gesti condivisi e oggetti comuni.
Fare un esempio è semplice: probabilmente proprio adesso potremmo essere in un bar/tabacchi con la settimana enigmistica sotto il braccio, un pacchetto di tabù in tasca a ordinare da bere una sambuca. Con mosca, ovviamente!
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Iacchetti in Triennale
valia barriello
la rubrica libri è diretta da marco enrico giacomelli
Ale+Ale & Giulio Iacchetti – Italianità
Corraini, Mantova 2008
Pagg. 112, € 15
ISBN: 978-88-7570-193-2
Info: la scheda dell’editore
[exibart]