È difficile avere uno spirito patriottico, quando questo non ci è mai stato trasmesso; poi l’impresa diventa ardua, se non quasi impossibile, in momenti in cui l’idea di nazione tende a incrinarsi. Che cosa serve allora per sentire quella fratellanza tanto salda nei grandi Paesi? Da cosa possiamo riconoscerci come un unico popolo?
Se cercassimo di rispondere a questa domanda, immedesimandoci in un designer, probabilmente penseremmo agli oggetti, a quei prodotti, tutti italiani, che magicamente ci trasmettono un sentire comune. Quest’idea è venuta a
Giulio Iacchetti, che oltre a essere un maestro del design, è anche un pensatore italiano e per questo la sua ricerca non si è fermata solo ai prodotti. Iacchetti ha selezionato una rosa di marchi, oggetti o più generalmente “
cose” e tradizioni che non hanno mutato la loro immagine negli anni.
Trenta elementi caratteristici che ci accomunano e ci fanno sentire come a casa, spesso legati a gesti e abitudini. Individuati i temi, i due brillanti illustratori
Ale+Ale e tanti designer o critici, quanti gli oggetti, li hanno interpretati.
Il risultato è un libro italiano non solo per i contenuti, ma anche perché sfogliandolo si sente un senso d’appartenenza.
È un libro che richiama alla mente tutti e cinque i sensi: durante la lettura si ricorderanno sapori, odori, oggetti dimenticati, colori e usanze nostrane. A partire dal gusto, poiché si passano in rassegna i biscotti
Bucaneve, racchiusi nella tipica confezione a tubo che può diventare un monocolo; la
Nutella, che fa pensare a cosa avrebbe sostituito
Magritte alla mela, se solo l’avesse assaggiata; le caramelle
Leone, mini-gonne animate che sgambettano fuori dalla confezione;
pasta aglio olio e peperoncino, unico piatto che non vanta una provenienza regionale ma nazionale.
L’olfatto annusa la colla
Coccoina come se fosse un’antica bottiglia di profumo da spruzzare, e l’aroma di caffé che esce dal comignolo/becco della moca
Bialetti che, in uno scenario immaginario, non è altro che un condominio.
L’udito sente risuonare la
Sigla del TG1,
Tutto il calcio minuto per minuto trasmesso da una gracchiante radiolina e
La canzone del sole di Lucio Battisti.
La vista ricorda le insegne che costellano ogni città dalla
T di Tabacchi al
Cane a sei zampe dell’Agip, al
colore rosa della Gazzetta dello Sport, in contrasto con il
Rosso delle case cantonali.
Poi ci sono tutte quelle cose che toccano più sensi e si può dire che in fondo riconoscerle è stata una questione di “
tatto”,
come le
frasi sgrammaticate di Fantozzi, o ancora i
fumetti di Diabolik e la
festa dell’unità. Tutti prodotti ancora in commercio, che probabilmente abbiamo nella dispensa, che possiamo vedere se usciamo di casa o sentire se accendiamo tv o radio.
Questi oggetti, luoghi comuni da non sottovalutare, ci fanno ri-sentire una nazionalità che ci appartiene perché l’abbiamo vissuta. Le immediate e suggestive illustrazioni, più rapidamente del testo, ci trascinano in ricordi e sensazioni. Sfogliato il libro, questa coralità diffusa fa sorridere e pensare che, a volte, per sentirsi un popolo basta poco. Non servono inni, lingue o bandiere, ma gesti condivisi e oggetti comuni.
Fare un esempio è semplice: probabilmente proprio adesso potremmo essere in un bar/tabacchi con la settimana enigmistica sotto il braccio, un pacchetto di tabù in tasca a ordinare da bere una sambuca. Con mosca, ovviamente!