Il testo di Daniele Baroni e Maurizio Vitta più che aprire nuove strade nella storia e nella ricerca dedicata al design grafico, offre al pubblico italiano un eccellente primo approccio all’argomento. Un testo che, al pari dei molti esistenti in lingua inglese, ha tutte le caratteristiche di un vero e proprio manuale dedicato alla storia della grafica, caratterizzato da una buona chiarezza espositiva e da un raro equilibrio tra testo ed immagine: niente dissertazioni per addetti ai lavori in cui tutto dev’essere chiaro a priori, niente voluminosi quanto didatticamente inutili blob di sole immagini, utili solo ad arredare la libreria; le tavole prendono infatti per mano la narrazione, in una quasi sempre perfetta compenetrazione delle parti.
Il contenuto segue una classica impostazione cronologica, che ha come premessa la realizzazione settecentesca dell’Encyclopédie. Vero punto di partenza è però quello che accompagna l’industrializzazione di massa nella seconda metà dell’Ottocento, e che vide sviluppare una preziosa ricerca grafica nell’Art and Craft inglese come nella Nieuwe Kunst olandese o nel decorativismo floreale di Mucha e Lautrec. Modelli, i loro, diffusi capillarmente grazie alla cartellonistica e alle prime, magnifiche, riviste illustrate.
La storia giunge poi, attraversando singole personalità e movimenti, ai capitoli fondamentali legati al Bauhaus e al Costruttivismo, quando il design raddrizza la propria linea in soluzioni geometriche, pur non perdendo un certo decorativismo che in Italia ha in Depero la sua più importante ed ironica bandiera. Affiches, caratteri tipografici spesso in libertà, loghi industriali, illustrazione di testi, packaging… gli autori non perdono occasione per sottolineare i molteplici e spesso inaspettati campi toccati dal design grafico, sia che si applichi ad ideali rivoluzionari, sia che si applichi a più prosaici intenti commerciali, senza contare i singolari punti d’incontro tra questi due opposti: è il caso ad esempio degli incarti di caramelle Stella Rossa disegnati nel 1919 da Majakowskij.
Di particolare interesse, in questo dettagliato excursus che giunge fino alle ricerche ultime dedicati ai loghi aziendali e al web design, sono i capitoli dedicati alla grafica editoriale e a quella sociale. Riguardo alla prima, a sorprendere è nello specifico il vedere come molte delle più note brossure di collane che formano l’ editoria di massa siano opere di artisti come Bruno Munari o Enzo Mari. Della seconda il testo fa emergere, anche grazie al ricco apparato d’immagini, la sua doppia e opposta anima: segnaletica istituzionale caratterizzata da una volontà d’ordine e chiarezza da una parte, inviti alla rivolta studentesca, operaia ed antimilitarista dall’altra.
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