Prendete un pizzico di David Hockney, un po’ della joie de vivre di Matisse, un tocco d’inquietudine à la Hopper. Aggiungete una grande autonomia tecnica e stilistica, nonché una coerente ed eccezionale inventiva. Mescolate bene il tutto ed ecco il segno di Alex Katz (New York, 1927), maestro della pittura contemporanea, artista perfetto sia per la modernità che per la postmodernità. La casa editrice Phaidon dedica a Katz il nuovo volume della collana Contemporary artists, che solitamente si occupa di artisti emergenti e non consolidati. In questo caso il volume assume invece le caratteristiche e le dimensioni di una monografia corposa ed esaustiva.
Katz inizia a dipingere con un atteggiamento di reazione e contestazione verso l’allora predominante Espressionismo astratto, in quegli anni ‘50 in cui a New York la pittura figurativa era etichettata come reazionaria. L’artista comincia a occuparsi di quello che sarà l’oggetto di tutta la sua opera: dipingere “ciò che vede”, senza interessarsi a un eventuale “messaggio”, né connotando politicamente la propria pittura, come dichiara nel testo. I soggetti sono perciò elementi prossimi all’autore, come amici e parenti –il figlio Vincent, l’onnipresente moglie Ada- oppure la “natura”, una natura metropolitana che coincide con il panorama newyorchese. Anche i ritratti non intendono compiere una ricognizione sociologica della società americana: ciò che viene rappresentato è, indipendentemente dal soggetto, la luce, in una ricerca costante di quello che Katz chiama “istante magico”.
Nel volume vengono sviscerati con completezza definitiva il corpus e la poetica dell’artista, ma seguendo un procedimento trasversale, come in tutti i volumi della collana. L’intervista realizzata per l’occasione da Robert
Si tratta in sostanza di un libro utilissimo per conoscere uno dei più importanti artisti contemporanei, nonché per seguire il percorso della pittura americana del secondo dopoguerra, con la quale Katz si confronta costantemente. Ultima nota, certo non irrilevante: la qualità di stampa è altissima, tanto che, anche osservando quelle che sono riproduzioni, si viene investiti da sprazzi dell’intensa e calda luce katziana.
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stefano castelli
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