Categorie: Libri ed editoria

libri_monografie | Manuale per giovani artisti. L’arte raccontata da Damien Hirst | (postmediabooks 2004)

di - 3 Giugno 2004

Finalmente è disponibile anche in italiano On the Way to Work, libro cult per gli amanti dell’arte contemporanea uscito per i tipi Faber and Faber Limited di Londra nel 2001. 13 interviste, 13 chiaccherate tra lo scrittore Gordon Burn e l’amico Damien Hirst , un sodalizio che si rinnova dopo il primo libro del ’97 di Hirst, I want to spend the rest of my life….
Damien Hirst non ha bisogno di presentazioni. Al volgere del secolo l’arte mondiale scelse i suoi nuovi idoli: gli U.S.A. si portarono Matthew Barney, l’Italia Maurizio Cattelan , l’Inghilterra lui. Nato a Bristol nel ’65, mentre ancora studiava al Goldsmiths College organizzò Freeze, la collettiva che fece nascere il fenomeno della Young British Art (YBA), ottenne la sua personale consacrazione nel 1991 a Londra, con la personale all’ICA; nel ’95 portò a casa il Turner Prize e di lì le Biennali di mezzo mondo, le mostre nei musei e nelle gallerie più prestigiose, da Saatchi a Gagosian a White Cube, con conseguente esplosione sul mercato.
Le interviste fotografano le tappe essenziali della carriera di Hirst dal ’92 al 2001 e il tono colloquiale del libro esalta la personalità complessa dell’artista: sregolata, arrogante e contraddittoria. C’è di tutto in questo libro: i ricordi d’infanzia, gli amici, gli studi, il successo, il suo rapporto con le droghe, la violenza, la povertà e la ricchezza. Ma si trovano anche disincantati e spietati giudizi su protagonisti del sistema dell’arte, sui galleristi, i critici e gli artisti. E poi c’è la sua arte: la genesi delle opere, le ossessioni per la morte, per le medicine e le stanze d’ospedale, l’amore per Bacon, l’avventura di Pharmacy, le crisi e i dubbi.
…mi muovo pericolosamente sulla linea che mi separa da qualcosa di orribile e credo in qualcosa di incredibilmente puro. E quando andrà a puttane, se ne andrà a puttane, non avrò più un ruolo. L’arte è una bugia maledettamente complicata che mi sto raccontando da solo. Damien Hirst è uno e trino, è artista e fa l’artista, un concentrato tra il tormento e il romanticismo dell’artiste maudit, la trasgressione della pop star degli anni ’60 e ’70, il pragmatismo e lo spietato opportunismo del rodato conoscitore delle logiche della comunicazione contemporanea.
Con un finale tutto da scrivere, questo è anche un libro furbo; potrebbe comodamente essere uscito dalla mente di Irwine Welsh o essere la sceneggiatura ideale di un nuovo capitolo di Trainspotting .
La traduzione di Robecchi fila liscia e il testo conserva intatto lo spirito schietto e diretto dell’originale inglese. Si legge tutto d’un fiato e si rilegge volentieri, magari per scoprire qualche messaggio subliminale dietro ad una battuta, un aneddoto. “E’ facile raccontare stronzate ai vivi, ma non è altrettanto facile dirle a chi non è ancora nato“.
Ma ci si diverte pure, come quando dice: “Mi immagino David Bowie che torna a casa, va da suo figlio e gli dice: hai una vaga idea con chi stai parlando?“. Oppure: “Se tutti ti dicono che sei un genio sei sulla buona strada per diventare un coglione“.
Non si può non leggere questo libro, perché dalla biografia di Hirst esce un resoconto completo di 15 anni di arte contemporanea. Ed è per questo che, pur non essendolo, porta il titolo di manuale.
Molte delle cose migliori accadono dopo che le hai fatte, si tratta di errori fortunati. Come quando ho fatto la mucca e il vitello [Mother and Child Divided], le zampe non toccavano per terra, e mi è piaciuto. E’ stato un errore, avevo preso male le misure. Però siccome non toccava il terreno, è diventata questa cosa fluttuante, trascendentale. Grandioso.

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alfredo sigolo


Manuale per giovani artisti. L’arte raccontata da Damien Hirst /Damien Hirst e Gordon Burn, traduzione dall’inglese di Michele Robecchi, 240 pp. 163 illustrazioni, isbn 88-7490-011-2, 18,60 euro (in vendita su Exibart.bookshop), www.postmediabooks.it, books@postmediabooks.it

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