L’idea cardine da cui muove il libro è: i nuovi media non hanno solo l’effetto di
modificare realtà aziendali o stili di vita. Agiscono invece molto più in
profondità, rivoluzionando l’essere umano sin dalla radice del suo universo
sensoriale – la sua aisthesis, da cui ‘estetica’ -, causando così un cambiamento
drastico all’interno suo universo comunicativo. Dunque, in primis è coinvolta l’arte. L’altra idea,
complementare a questa, è utilizzare le Lezioni americane di Italo Calvino – compresa la
sesta, Consistency
– per mettere un po’ di ordine e capire bene il fenomeno.
Sotto la superficie di una mappatura ragionata di fenomeni
mediatici e delle riflessioni che ne sono sgorgate, si intravede in controluce
la conformazione di un tessuto connettivo assolutamente inedito ed epocale, per
quanto ancora dal disegno indistinto, e di cui l’autore vuole comunque farne
trasparire, per quanto possibile, le specifiche identitarie. Importante,
intanto, il richiamo a una dimensione estetica che più originaria non si potrebbe.
distanza tra sentimento e ragione era (felicemente) bandita e in cui
l’inventore stesso dell’estetica Alexander Gottlieb Baumgarten coniava la
miliare definizione di arte: “Oratio sensitiva perfecta est poema” (posizione che nel libro viene
elaborata in più ampio contesto, partendo da Baumgarten e arrivando a prendere
come riferimento, fra gli altri, anche la Biennale di Storr).
Inoltre, nella sezione più interessante per i lettori di Exibart – quella, va da sé, dedicata alla
visibilità – si trova, sul piano teorico, la fondata proposta per un passaggio
della definizione dell’immagine virtuale da “simulacro” a “feticcio”, nonché un’interessante analisi
del video come forma simbolica; mentre, sul piano più pratico, nel capitolo
dedicato all’esattezza si argomenta il necessario distinguo fra contenuto e
contenitore della diade analogico/digitale, che non sempre possono essere
ricondotti agli stessi principi evolutivi.
Il sesto capitolo, Consistenza, che l’autore stesso denuncia
come “traduzione impropria” dell’inglese ‘consistency’, è poi l’occasione per fare il
punto su uno dei fenomeni più controversi degli ultimi tempi, i social network.
Un’occasione ampiamente sfruttata, c’è da dire, in questo tentativo di
ricomporre le dinamiche che muovono simili inedite forme di aggregazione.
Soprattutto, l’interesse viene focalizzato sul concetto di “intelligenza
collettiva”
(insieme ai suoi molteplici sinonimi), in cui l’autore vede una struttura di
pensiero condiviso che genera una vera e propria “destituzione psichica” da parte dell’individuo.
Il libro si presenta così come un testo che permette, da
un lato, la visione panoramica di tutta una serie di riflessioni più o meno
sparse su un argomento tanto ampio e articolato; dall’altro, la ricezione di
nuovi spunti teorici sulla base di un’osservazione e un’analisi ancorate
all’indagine di una realtà già presente e tuttavia ancora in fieri.
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di Georges Didi-Huberman
valeria silvestri
la rubrica libri è diretta da marco enrico giacomelli
Paolo Granata – Arte, estetica e nuovi media. “Sei
lezioni” sul mondo digitale
Fausto Lupetti, Bologna 2009
Pagg. 270, € 16
ISBN 9788895962399
Info: la scheda dell’editore
[exibart]
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