13 luglio 2009

libri_saggi Doppio Sguardo (bompiani 2008)

 
Arte e cinema in un campo di contaminazioni, dove “sguardi” multipli si rincorrono come soggetti allo specchio. Un libro complesso, analitico e indagatore, che concede aperture e punti di fuga. Teorizzando però solidi statement filosofici...

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Se fino a poco tempo fa la critica italiana rimaneva in netta minoranza nel dibattito sulle contaminazioni delle arti, e in particolare delle arti visive e del cinema, cedendo invece il primato agli studi condotti in terre anglosassoni, statunitensi e ancor più francofone, da qualche anno a questa parte molti critici e studiosi del Belpaese rompono il cliché attraverso pubblicazioni e libri di altissima qualità intellettuale, ridistribuendo finalmente i pesi sul piatto della critica internazionale. Ovviamente, per le traduzioni dei testi e la divulgazione all’estero dovremo aspettare ancora, ma l’interesse è tale da non lasciare indifferenti.
Il libro di Marco Senaldi si pone puntualissimo in questa scia, determinandone una tappa importante. L’autore – che insegna Cinema e Arti Visive all’Università di Milano Bicocca, ha curato diverse mostre (Cover Theory e Il Marmo e la Celluloide) e ha scritto libri quali Enjoy!, Van Gogh a Hollywood, Synopsis (con Fulvio Carmagnola) e, di recentissima uscita, Arte e televisione – concentra dunque da sempre la sua ricerca sullo sconfinamento delle arti e dei campi di espressione nel mescolamento tra cultura alta e cosiddetta cultura di massa.
Doppio sguardo si colloca all’interno dello scenario frastagliato che abbraccia questi studi, come condensatore di focali in cui sono proposte, con coerenza analitica, più chiavi di lettura possibili. Tutti i dispositivi, le forme, i linguaggi e i personaggi di un teatro che vive d’interazioni e sinergie sono scandagliati dalla penna attenta dell’autore, senza lasciare mai che pensieri deliranti distraggano la trama.
Bruce Nauman - Slow Angle Walk - 1968 – video 16 mm riversato su dvd – courtesy l'artista
Riferimenti ben digeriti a filosofi e teorizzatori che hanno rappresentato il pensiero occidentale del nostro secolo come Jacques Lacan (da cui prende in prestito, riadattandola, la teoria della “fase dello specchio” quale stadio di riconoscimento e consapevolezza del sé), Sigmund Freud, Gilles Deleuze e Slavoj Zizek, oltre agli intramontabili Hegel e Kant, condiscono i pensieri e li strutturano rendendoli inaffondabili.
Un libro che penetra film, video, installazioni, lavori, artisti, registi e film maker in maniera così viscerale da non poter dubitare un secondo della visione diretta e dello studio approfondito degli argomenti trattati. Il capitolo dedicato a Andy Warhol ne è un esempio: sebbene, infatti, si siano scritti innumerevoli testi sull’artista e sembri che tutto sia già stato detto, Senaldi, senza scendere necessariamente nel particolare, riesce ad apportare un valore aggiunto alla sua analisi, spiegando la natura intrinseca del cinema warholiano, chiarendone finalmente le sue caratteristiche e le sue qualità prodromiche.
L’attenzione con cui investiga Video Corridor di Bruce Nauman (l’artista contemporaneo per eccellenza, omaggiato quest’anno alla Biennale di Venezia con il Leone d’Oro come miglior partecipazione nazionale), servendosi del pensiero di Zizek, permette di riscoprire nell’oggettivizzazione dello sguardo del soggetto l’elemento traumatico alla base del perturbante, e al tempo stesso di riconoscere nella telecamera il garante ontologico del proprio essere, sino al raggiungimento di un nuovo stadio oltre quello dello specchio: lo “stadio video”, ovvero il nuovo paradigma contemporaneo. Le note a fine testo, poi, un particolare alle volte trascurato nella lettura dei libri, si rivelano fondamentali nella loro qualità esplicativa, tanto da costituire quasi un sottotesto a sé.
Doug Aitken - The moment - 2004 - still da video
Passando, dunque, per Greenaway, Viola, Aitken, Mauri, Acconci, Barney, Ahtila, Neshat, Godard, Huyghe, Rehbergher, Gordon, Parreno, per citarne alcuni, Senaldi conclude il suo viaggio con un’affermazione di Badiou che lascia il sapore di una voluta “Non Conclusione”: “Esiste necessariamente una pluralità di arti, e quantunque si possa immaginare il modo in cui tali arti possono intersecarsi, non vi è alcun modo pensabile di totalizzare questa pluralità”.
Un libro ben scritto e magistralmente orchestrato, che alle volte pecca di complessità e forse risulta poco godibile ai non addetti ai lavori, ma che di certo occupa e occuperà un posto fondamentale tra le pubblicazioni specialistiche del settore, vantando una competenza e una proprietà di linguaggio alle volte rare tra gli scritti di oggi.

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marta silvi

la rubrica libri è diretta da marco enrico giacomelli


Marco Senaldi – Doppio sguardo. Cinema e arte contemporanea
Bompiani, Milano 2008
Pagg. 330, € 22,50
ISBN 9788845260537
Info: la scheda dell’editore

[exibart]

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