21 marzo 2006

libri_saggi Intermezzi veneziani (skira 2005)

 
Una raccolta di otto saggi ambientati tra la fine del Medioevo e il Rinascimento inoltrato. Venezia come punto di riferimento comune, ora protagonista, ora ricordo lontano. Un libro ricco di contenuti…..

di

Il pensiero di Venezia –scrive Bertelli nell’introduzione– ha continuato ad affiorare anche quando studiavo cose che ne erano apparentemente lontane”. Venezia è il filo rosso che unisce gli otto saggi raccolti in questo testo; scritti tra il 1969 e il 2003, sono tutti accompagnati da un’appendice di aggiornamento. Ulteriore riprova –se mai ce ne fosse bisogno– della serietà di Skira e di Carlo Bertelli, che non si limitano a ripubblicare saggi già proposti; ne rinnovano, se occorre, le conclusioni e li integrano con gli studi più recenti.
I temi sono quelli sui quali il professor Bertelli –che di recente ha vinto il premio della Fondazione del Centenario della Banca Svizzera Italiana– ha costruito la sua fama di studioso: le vicende della storia dell’arte tra tardo Medioevo e Rinascimento maturo. Venezia è talvolta la protagonista diretta, talvolta solo un ricordo che ritorna in mezzo ad altri pensieri; ne emerge una città culturalmente ricchissima, ponte tra Occidente e Oriente, centro di una complessa rete di relazioni artistiche che attraversa l’Italia e il Mediterraneo.
Otto saggi per otto argomenti diversi. I vetri veneziani rinvenuti nella tomba di Clemente IV a Viterbo (forse il meno attuale e il meno interessante tra quelli proposti). Le considerazioni intorno alla “pittura di intenti politici” a Siena e Venezia si trasformano in un’affascinante lezione sul Vecchietta e sulla sua presenza in Lombardia a Castiglione Olona a fianco di Masolino. Un’originale lettura iconografica della Predica di San Marco ad Alessandria, il grande telero di Bellini custodito alla Pinacoteca di Brera. Maometto II e le medaglie realizzate per lui da artisti italiani inviati alla sua corte da città –Venezia tra queste- desiderose di intrattenere rapporti con il Sultano. La Madonna Litta attribuita a Leonardo della quale Bertelli scrive “i volumi compatti, le ombre dense […] la superficie levigata e compatta del volto lunare della Madonna Litta fanno pensare che si tratti, sì, di un’opera uscita dallo studio di Leonardo, ma eseguita dal […] grande Antonio Boltraffio” con la collaborazione di Marco D’Oggiono. Lorenzo Lotto a Roma, i rapporti con la pittura di Michelangelo e Raffaello, nonché una sorprendente analisi La copertina del libro di Carlo Bertelli della Pala Martinengo che “se astraiamo dai particolari descrittivi [ripropone] sostanzialmente la struttura del Cenacolo di Leonardo”. Tiziano e un suo possibile viaggio a Roma nel 1510–1511, che induce Bertelli a ricercare nelle opere del Vecellio le tracce delle impressioni del presunto soggiorno romano: il Laocoonte, Michelangelo e Raffaello. È ancora Leonardo il protagonista dell’ultimo saggio, “infiltrato” nel camerino di Alfonso I d’Este.
La scrittura ha lo stile scorrevole di una conversazione nella quale gli argomenti s’intrecciano e si moltiplicano. Alla facilità di lettura si accompagna una ricchezza di contenuti che fa sì che ogni pagina meriti una lettura attenta. Parlando di Leonardo e Boltraffio, Bertelli afferma che “la collaborazione nello “studio” più che nella “bottega” di Leonardo non era delega ma comune ricerca di verità”. Nel saggio dedicato a Bellini a proposito della sua concezione dell’antico scrive: “Siamo all’opposto della concezione pessimistica di Mantegna per il quale l’antico è un tempo irripetibile. Per l’ottimista Gentile Bellini l’antico è il suo proprio presente. La sua è una visione di un’antichità affabile e attuale”. Un libro su cui meditare.

antonella bicci


Carlo Bertelli – Intermezzi veneziani
Milano, Skira, 2005. Collana Biblioteca d’Arte
Pagg. 200, illustrazioni in bianco e nero e a colori, € 25, ISBN 88-7624-303-8
Info: la scheda dell’editore – http://www.exibart.com/profilo/editore.asp/idelemento/17


la rubrica libri è a cura di marco enrico giacomelli

[exibart]

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