Seconda tappa della collana “Van Gogh Studies”,
Van Gogh: A Literary Mind unisce la precisione dell’analisi scientifica con la piacevolezza della narrazione. Come recita il sottotitolo,
Letteratura nella corrispondenza di Vincent Van Gogh, il saggio si propone di tracciare una biblioteca virtuale dei libri letti da Van Gogh, a partire da quelli citati e commentati nelle numerose e celebri lettere.
Scritto dall’olandese Wouter van der Veen, che è letterato e non storico dell’arte, il libro si presenta come un testo molto originale, capace d’indagare l’uomo in quanto lettore vorace e appassionato, e al tempo stesso insaziabile scrittore e commentatore. È l’esame attento ed esauriente del percorso letterario di Van Gogh, che aggiunge un tassello alla comprensione di quest’artista.
Con il pregio di non forzare mai le relazioni tra l’universo letterario e la produzione pittorica, Van der Veen si concentra essenzialmente sullo sviluppo intellettuale e spirituale di Van Gogh, soffermandosi sugli elementi biografici solo quando necessario ai fini della comprensione dei singoli fatti.
Organizzato in ordine cronologico, il libro muove dal contesto della media borghesia olandese in cui nacque l’artista, sottolineando l’importanza della Bibbia quale primo riferimento letterario e fonte di tutte le verità.
A questo “
testo feticcio”, che accompagna Van Gogh lungo tutto il corso della sua esistenza, si accompagnano altri temi prediletti, quali la fede, il lavoro e la patria, a cui fa invece eco un’assenza quasi totale di filosofia.
Van Gogh menziona soltanto gli autori e i testi che lo colpiscono positivamente, lasciando fluire un ottimismo selettivo che è lo stesso che presiede il suo sguardo d’artista. Si attarda essenzialmente su quello che considera bello, lasciando poco spazio per ciò che bello non è considerato tale.
Nel corso dei diciannove anni di corrispondenza analizzati (dal 1872 al 1890), il pittore cita oltre 150 autori, per un totale di circa 200 opere distribuite in quattro lingue e in tremila anni di storia della letteratura. Ne emerge un uomo volitivo, difficilmente ascrivibile a qualsivoglia corrente. Una persona desiderosa di trovare nella letteratura un supporto alle proprie idee più che una scuola a cui aggrapparsi.
Van Gogh fa riferimento ad altri autori per giustificare e dare valore al proprio pensiero, servendosi della notorietà altrui per corroborare le proprie teorie. Le lettere dell’ultimo periodo, infatti, sono prive d’ogni riferimento letterario, come se Van Gogh, iniziando a credere nel proprio lavoro, non sentisse più l’esigenza di cercare nella letteratura un sostegno al suo operare.
Le sue scelte letterarie riflettono le preoccupazioni e i centri d’interesse dell’artista: i libri che lesse furono il riflesso della sua personalità, testi in cui poteva identificarsi. Conosciamo così un Van Gogh sicuro di sé, che non si lascia abbagliare da alcuno scrittore e che controlla sapientemente l’influenza degli altri autori su di sé.