Categorie: Libri ed editoria

libri_saggi | Viaggio nell’opera | (moretti & vitali 2006)

di - 30 Ottobre 2006

Esiste una regola, semplice ma basilare, che presiede a ogni scrittura. Ossia l’identificazione dell’interlocutore. Ciò non significa, o almeno non dovrebbe significare, che si preconfezioni un pubblico. Ma che il linguaggio -e con ciò s’intende il lessico, lo stile, il livello di complessità- va calibrato, cercando di “mettersi nei panni” del lettore.
Se tale precetto ha ancora validità, il volume di Giorgio Agnisola, firma dell’Avvenire, riserva alcuni problemi. Per essere sintetici: se l’interlocutore fa parte degli “addetti ai lavori”, non assisterà a spettacolari rivolgimenti rispetto a quanto ha studiato sui manuali di storia dell’arte moderna e contemporanea (e antica, considerando le pagine dedicate al Beato Angelico). Se invece il pubblico è identificato in neofiti o appassionati senza un particolare background, il volume è a tratti eccessivamente apodittico.
Qualche esempio. Aldilà della condivisione di una certa lettura psicologica dell’arte, possiamo porre come assunto iniziale la dichiarazione seguente: “È con l’affermazione dell’inconscio come dimensione caratterizzante la vita che l’arte compie come un ribaltamento di orizzonte ricognitivo”. Allora perché le “opere di un Hirstz [sic]” testimoniano di una comunicazione “alienata e, perché no, malata della vita”? Non si rischia forse di appiattire la lettura dell’arte contemporanea su un freudismo più freudiano di quanto fosse lo stesso Freud? L’autore non condanna certo colui che seziona una pecora in due. Anzi, lo “assolve” in una prospettiva anti-debolista, per plaudire alla “libertà avventurosa” della critica d’arte.
Ciò non può che suscitare inquietudine. Non si rischia forse il proverbiale de gustibus? O per lo meno una forma di politically correct“l’emozione, anche dinanzi ad una crosta, è legittima e va rispettata”– sfociato recentemente in brutture come la statua dedicata a Montanelli in un parco di Milano o i neoaffreschi alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze.

È veramente “inutile […] chiedersi leggendo un’immagine cosa significa”? Dal punto di vista della psicologia dell’arte, un’affermazione del genere rischia di risultare eretica, sbilanciata com’è in direzione di un “impressionismo emotivo” che credevamo estinto.
Anche tornando ad una lettura più strettamente psicoanalitica, va da sé che si possa applicare la categoria del perturbante all’opera di Magritte. Ma forse dedurne che “accogliere l’assurdo può significare accettare il proprio assurdo, l’assurdo e l’incomprensibile che è presente in ogni uomo” non consente di compiere mirabili passi in avanti nell’ambito della psicologia, della critica d’arte o quant’altro.
Scorrono altri giudizi similarmente approssimativi: il Dalí dalla “personalità disturbata” che “fa della pittura la proiezione del suo inconscio”; “la tensione di una coscienza dilacerata” -quella di Francis Bacon“senza un orizzonte di senso”; o ancora Chagall, che “costruiva l’immagine come se sognasse ad occhi aperti”. La maggior parte dei capitoli sono così strutturati con la descrizione e l’interpretazione di un’opera, con un approccio sostanzialmente psicologico, per chiudere con uno sguardo più ampio sulla “poetica” dell’artista.
Lo ripetiamo: anche se spesso la psicologia dell’arte non convince appieno, giudizi a tal modo tranchantes non possono che farle del male. Parafrasando Moretti, se lo merita? Soprattutto quando l’editore che pubblica il volume ha una tradizione assai solida di studi universitari d’ottimo livello.
Un’ultima puntualizzazione: il canal Saint-Martin chiamato in causa da Alfred Sisley è a Parigi, la quale non era e non è esattamente una “cittadina francese”.

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www.giorgioagnisola.com

marco enrico giacomelli


Giorgio Agnisola – Viaggio nell’opera. Vedere e sentire l’arte. Prefazione di Eugenio Borgna – Moretti & Vitali, Bergamo 2006
ISBN 88-7186-305-4
Pagg. 88+16 t.f.t., ill. b/n e col., € 14
La scheda dell’editore: http://www.morettievitali.it


la rubrica libri è diretta da marco enrico giacomelli

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