Categorie: Libri ed editoria

Un libro al giorno. A più voci. Filosofia dell’espressione vocale di Adriana Cavarero

di - 11 Agosto 2023

Nonostante la lingua italiana, fedele al suo binarismo linguistico, incaselli il termine filosofia nella categoria grammaticale del genere femminile, la sua storia si compone di una serie di uomini illustri che con la loro forma mentis hanno costruito un pensiero comune, su cui l’occidente getta le sue fondamenta, e con esso la nostra civiltà, plasmando l’ontologia intorno a un modello ideale di uomo astratto, a discapito di una pluralità dei soggetti e con essi della figura femminile. in questa cornice si muove la ricerca di Adriana Cavarero, che analizza la voce, a lungo accantonata dalla tradizione metafisica, per scrivere una contro-storia, andando a conferire nuovamente senso e dignità all’unicità dell’individuo.

Con A più voci. Filosofia dell’espressione vocale, edito da Feltrinelli nel 2003 e riproposto da Castelvecchi nel 2022, si cerca quindi di uscire dal solco del logocentrismo, basato sul significato, sul contenuto di ciò che viene detto, per veicolare l’attenzione sul corpo sonoro della comunicazione, invitando “ad aprire le orecchie” per abbandonare la dittatura imposta dal nostro modo di percepire il mondo a partire dal senso della vista. Come spesso accade si attinge alla mitologia e alla narrativa, attraverso l’uso di figure emblematiche come le sirene, le muse e la ninfa Eco, iniziando con Un re in ascolto, racconto di Italo Calvino incentrato sulla sfera acustica: «Una voce significa questo: c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti, che spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le altre voci». Da una rimozione storica si cerca di ricostruire un abito vocalico, una nuova ontologia che tenga conto delle individualità polifoniche, muovendosi tra le implicazioni linguistiche, filosofiche e politiche, per una “polisretta dal diritto di comunicabilità e parità nella libertà d’espressione.

Cavarero, insegnante di Filosofia politica all’Università di Verona e presidente del comitato scientifico dell’Hannah Arendt Center for Political Studies, propone una via di apertura del pensiero che esce dal tracciato e stimola un ragionamento sensoriale basato sulla relazione tra personalità vocaliche: «La voce è l’equivalente di ciò che la persona unica ha di più nascosto e più vero. Non si tratta però di un tesoro inattingibile, di un’essenza ineffabile e, tanto meno, di una sorta di nucleo segreto del sé, bensì di una vitalità profonda dell’esser unico che gode del suo rivelarsi attraverso l’emissione della voce». Sulla scorta di questa prospettiva l’invito non è solo quello di riscoprire le radici della comunicazione e di mostrarsi più orientati nei confronti di un puro godimento sonoro, ma anche di studiare nuovamente la filosofia, lontano da una visione univoca e accademica e in essa immergersi e farne un esercizio di vita.

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