Cosa succede quando una cellula si trova in difficoltà? Tenta di sopravvivere a tutti i costi, arrivando anche ad alterare il proprio patrimonio genetico, disseminandosi attraverso l’organismo. Carino, vero? In effetti, è così che funziona, grossomodo, il processo della metastasi tumorale. E superando un primo momento di istintiva repulsione, si scopre però un meccanismo affascinante, a dir poco relazionale e iperdiffuso, per il quale la metastasi, in fondo, è solo un tentativo estremo di ricercare la vita. Poi, chiaramente, dipende tutto dal punto di vista. Per esempio, Alessandro Armento e Viviana Marchiò ci hanno ritrovato una sorta di norma filosofica, oppure una figura retorica, una metafora o, ancora, un atteggiamento, una volontà, un’intenzione. E su questo conglomerato, hanno sviluppato un progetto artistico in forma di rivista. Dopo un numero #0 di apertura, Metastasi #1 sarà presentato domani, alle 19, negli spazi dell’Atelier Alifuoco, a Napoli.
«Ogni nuova metastasi è contemporaneamente un’ulteriore fonte di vita e un passo verso la fine, desiderio di espansione e finitudine. Metastasi vuole assecondare questo andamento: non possiamo prevedere fin dove si allungheranno le sue estremità. Metastasi è un progetto artistico che, sulla base di combinazioni accidentali, si rimodula di volta in volta», hanno spiegato Armento e Marchiò.
Metastasi #1 è dedicato al tema del manifesto e alla messa in discussione della sua struttura linguistica assiomatica ed escludente, affrontata, tra ironia e dogma, nelle varie declinazioni politiche, estetiche, programmatiche e ideologiche, attraverso gli interventi visivi e testuali di Alessandro Armento, Chiara Arturo e Cristina Cusani, Luciana Berti, Black Napkin, Samuele Canestrari, Alessandro Coccorullo e Lorenza Langella, Marco Donisi, Simone Esposito, Gallerista Anonimo, Bogdan Hanganu, ilfilodipartenope, Danilo Manzi, Viviana Marchiò, Vittoria Piscitelli, Calixto Ramirez Correa, Iacopo Seri, Mario Francesco Simeone, Emilio Visconti.
«Metastasi #1 è una raccolta di fraintendimenti del concetto di manifesto e tentativi di giocare con un linguaggio che nel ‘900 ha trovato largo utilizzo e fortuna». C’è stato un tempo, fino a non molti anni fa, in cui le raccolte di aforismi erano diffusissime. Ammettiamolo, ce n’è almeno una in ogni libreria domestica che si rispetti. E invece oggi, nella migliore delle ipotesi, quelle frasi assertive, così sicure del portato universale della propria verità, fanno un po’ ridere, come se quelle lettere fossero gli arti di una persona fasciata da un vestito troppo stretto che ne rende rigidi e goffi anche i movimenti più semplici. Insomma, cambiano i comportamenti, si sovrappongono le modalità del pensiero e, quindi, anche le forme del linguaggio. E nella frattura tra ciò che era ieri e ciò che è oggi ormai sono andate a finire molte cose. Metastasi #1 ci ha scavato dentro. Che c’era? Lo vedremo all’Atelier Alifuoco.
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