Come il famoso gatto di Schrödinger, ma per motivi tutti diversi, anche il Surrealismo è morto e vivo allo stesso tempo a seconda di come lo si approcci.
Di solito è più facile considerarlo soltanto il cadavere di un altro degli -ismi susseguitisi lungo la storia dell’arte ufficiale del Novecento, seguendo quella dinamica piuttosto sterile e svilente dell’”avanguardia scaccia avanguardia” che un tempo sembrava far da padrona.
Il Surrealismo non è mai morto, invece, e non muore mai, per chi riesce a coglierne la essenza più profonda, dietro al suo armamentario di oggetti e di apparati: ovvero un modo politico, sociale, estetico, filosofico di atteggiarsi verso l’esistenza applicabile trasversalmente.
E lingua vivissima è il Surrealismo di cui scrive la biografia in questo libro Arturo Schwarz. Chi altri se non lui avrebbe potuto farlo? Schwarz è una sorta di memoria del Surrealismo. Lo ha collezionato molto, lo ha conosciuto, lo ha frequentato, e anche intimamente.
Il Surrealismo. Ieri e oggi. Storia, filosofia, politica si può dividere in tre sezioni ben distinte. La prima costituisce un saggio storico-critico scritto dallo stesso Schwarz. In breve, si tratta della sua versione dei fatti. Innanzitutto, si anticipa la formazione in embrione del movimento a molto prima del Manifesto, a quando cioè, in pieno boom Dada, avvennero gli incontri tra i futuri protagonisti del movimento e varie eminenze grigie. Con il gruppo dei protosurrealisti infatti – André Breton, Louis Aragon, Philippe Soupault – si incrociano i destini e le idee di una miriade di personaggi, senza i quali il Surrealismo non sarebbe mai stato quello che conosciamo: da Alfred Jarry a Sigmund Freud, da Jacques Vaché a Guillaume Apollinaire. E poi il rapporto con Dada (magistrale la distinzione tra humour dada e surrealista), Littérature, il marchese De Sade, Lautreamont e via discorrendo.
Grande enfasi è data allo sbroglio della questione politica: il complesso rapporto tra surrealisti e marxismo è infatti analiticamente ricostruito in ogni sua fase, dai primi avvicinamenti al PCF (Parti communiste français), ai frequenti episodi di dissenso, dall’incontro con Lev Trotsky e il sogno messicano, ai frequenti interventi contro la censura (si veda l’illuminante episodio dell’affaire dell’Âge d’or nel 1931). Sempre vigile poi era la difesa da parte dei surrealisti delle istanze artistiche e poetiche del movimento contro la gretta mentalità di partito, ed eclatante è in questo senso il caso intorno al suicidio di Majakovskij, e le diverse interpretazioni dell’operato del poeta, appoggiate dal partito o dagli artisti.
Viene poi chiarita da Schwarz la filosofia surrealista, attraverso le coordinate principali della poesia, dell’arte, dell’amore: amare per conoscere, conoscere sé per essere liberi e poter cambiare il mondo. E in tutto questo ha un ruolo determinante anche il gioco, cui viene dedicato un capitolo. È la quintessenza del Surrealismo, ciò che ne ha fatto non soltanto uno dei tanti movimenti d’avanguardia, ma una filosofia di vita
La seconda sezione invece, raccoglie innumerevoli contributi sulle infinite derive locali del Surrealismo, soprattutto in Europa e nelle Americhe, che danno la misura di quanto il movimento si sia diffuso, proprio grazie al suo potenziale di trasversalità. In questa sezione possiamo conoscere il destino del gruppo surrealista francese dopo la morte di Breton, sino ai nostri giorni, sapere tutto sul Surrealismo ceco, oppure navigare attraverso allettanti esotismi come il gruppo surrealista giapponese, o l’appena nato (2007) gruppo turco SET, o ancora il Manifesto del movimento surrealista arabo (1976).
La terza corposa sezione, a sorpresa, è digitale (e il mondo arboreo tira un sospiro di sollievo), racchiudendo in un DVD i dati più tecnici: l’indice di tutte le riviste surrealiste, il repertorio di tutte le mostre surrealiste, e infine un indice generale, forse anche troppo generale.
Pur riconoscendo al colossale tomo il merito di essere uno strumento insostituibile per lo storico dell’arte, e soprattutto per lo studioso del Surrealismo (ma anche piacevole lettura per i semplici appassionati, simpatizzanti o aspiranti surrealisti), avrei voluto forse vedere approfonditi alcuni aspetti, ad esempio il rapporto tra Surrealismo e altri fenomeni artistici e intellettuali, come il situazionismo o l’OuLiPo (il laboratorio letterario di Raymond Queneau di cui fu membro anche Calvino); oppure un cenno all’eterna questione dell’esistenza di un Surrealismo italiano. Ma queste sono altre storie, e forse altri i luoghi dove approfondirle debitamente.
Quello che ci interessa e che ci rinfranca è che il Surrealismo è vivo, e lotta insieme a noi.
Mario Finazzi
Il Surrealismo. Ieri e oggi. Storia, filosofia, politica
autore: Arturo Schwarz,
Editore: Skira
Anno di pubblicazione: 2014
Euro 59