Categorie: Libri ed editoria

READING ROOM

di - 23 Febbraio 2016
Uno sfondo di cielo azzurro con le nuvolette, come se il punto di vista fosse un lettino su una spiaggia immaginaria, un gigantesco finestrino d’aereo, o più realisticamente quello di un operatore con un desktop un po’ sopra le righe. In primo piano un oggetto che raffigura un uomo con i baffoni, simile ai personaggi messicani del Carosello che noi conosciamo solo per vaghi ricordi di ripassi televisivi e su you tube, alter ego di Pruitt, che si auto presenta come merce.  Questa copertina è il primo oggetto – feticcio che entra nella vita del possessore del libro, ovvero di un catalogo che elenca la produzione affettiva di Rob Pruitt. L’elenco degli oggetti di affezione, la lista degli autori amati, degli strumenti di lavoro, degli oggetti trattenuti e degli oggetti scartati, compone la copia cartacea delle pagine elettroniche di e-bay.
Un postal-market sentimentale 2.0 che però fra le righe dà anche una definizione di arte. La copertina foderata di cielo suggerisce che tutti questi oggetti, deprezzati dall’uso, acquisiscono l’aura della merce una volta venduti all’asta.
Rivalutati sempre a partire da novantanove centesimi di dollaro, fino a diverse centinaia nei casi degli oggetti che sono le ossessioni affettive di Pruitt, ogni giorno, dal 2013 al 2014 l’artista ha messo all’asta dai due ai quattro oggetti al giorno. Il gioco funziona proprio perché meno hanno valore reale, più ne acquisiscono con il meccanismo dell’asta su e-bay.

Dunque, diversamente da quanto detto nella laconica presentazione del curatore, la cosa interessante non è l’autobiografia di Pruitt, ma la relazione che Pruitt genera fra sé, i suoi oggetti, i fruitori che in definitiva sono i compratori, senza alcuna mediazione, superando a destra Andy Wahrol, – perché i suoi oggetti sono anche fisicamente poco interessanti e le sue foto non sono artisticamente elaborate – facendo uno sberleffo alla fisica magnificenza finanziaria di Jeff Koons, – di cui rivende le riproduzioni da comodino – in barba agli autori che fanno della propria vita privata un oggetto esistenzialista. Nel paradiso della merce, gli affetti sono effimeri, riproducibili, e buona notizia, non muoiono mai. Una volta fotografati per essere venduti, la fotografia in sé diventa il vero bene imperituro da acquisire.
Il merito dell’editore, del curatore e del book designer è di aver esaltato al massimo della potenza l’effetto feticcio del libro, che è il vero oggetto d’arte, alla fine della fiera, poiché in tutte le descrizioni si legge una definizione, un motivo d’affezione, e il distacco quasi zen che serve per privarsene, compensato dalla felicità che servirà a fare del bene e a togliere dalla precarietà dell’esistenza quotidiana un oggetto privo di ogni valore monetario residuo. Una sorta di riciclo interiore mediato dal denaro, non differente da una auto-analisi, che diventa anche una definizione di arte.
Rob Pruitt’s e-bay Flea Market
A cura di: Tommaso Speretta
Casa editrice: bruno
Anno di pubblicazione: 2015
20,00 €

Ha collaborato con Duel, Duellanti, D’Architettura scrivendo di spazio e arte. Collabora con Exibart dopo aver pubblicamente richiesto a Germano Celant di firmare una dichiarazione che ripetesse le sue parole “Ragazzi, l’arte, in fondo, è artigianato”. La richiesta non è stata esaudita. Ha inoltre studiato presso l’Università IUAV di Venezia, dove ha seguito il laboratorio di Joseph Kosuth e ha conseguito un dottorato in Urbanistica nel 2012, dopo un periodo di studi negli Stati Uniti presso la UMBC di Baltimora e la New School di New York. Svolge attività didattica e di ricerca all’Università IUAV. Fra i suoi testi, Corridoi. La linea in Occidente, Quodlibet, Macerata 2014.

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