Pensiero discordante, ultimo saggio pubblicato da Teresa Macrì per Postmedia Books, sembra rispondere a una condizione di profonda insofferenza e spossatezza tanto intellettuale quanto politica. Il pensiero discordante, contrario e potenzialmente distruttivo che dovrebbe nutrire la ricerca di una ideale comunità artistica è invece condannato, nella realtà, a un processo di apparente “caduta”, di progressivo isolamento e di assopimento oppiaceo. Eppure è ancora possibile volgere lo sguardo verso pratiche artistiche in grado di “smarcarsi dal [loro] confortevole ruolo contemplativo” e di prefigurare “oasi alternative e universi scomodi e taglienti”. Nulla di eclatante, ammette la stessa autrice, eppure assumersi questa responsabilità sembra essere diventato un “compito spinoso”. La rivendicazione orgogliosa di un pensiero individuale si mescola, nel testo, alla necessità o meglio all’urgenza di “delineare forme di collettività senzienti”. L’oggetto artistico quale agente capace di produrre una “relazione di cattura” si presenta allora come lo strumento in grado di attivare quella relazione, perduta o assopita, tra pensiero individuale e intelligenza collettiva. Pensiero discordante funziona inoltre come laboratorio teorico per la grande mostra collettiva “You Got to Burn to Shine” che inaugurerà alla Galleria Nazionale di Roma nel febbraio 2019.
Teresa Macrì sceglie di intraprendere un percorso di affettività, mettendo da parte l’analisi delle infinite contraddizioni sulle quali si fonda il sistema della produzione artistica contemporanea, donando invece la sua scrittura al racconto delle opere e dei frammenti di vita di artisti amati e ammirati. È proprio in questa direzione che il saggio muove, presentandosi come una breve ma energica dichiarazione di amore e fedeltà nei confronti del lavoro dell’artista, della sua capacità di “plasmare il campo culturale” da cui le sue opere hanno origine, e di sollecitare “una psichicità in grado di restituire desideri e coscienza del sé al soggetto che li ha rimossi”.
Sislej Xhafa, Infermeria, 2017 © Sislej Xhafa
Francis Alÿs, John Cage, Luca Vitone e Sislej Xhafa vengono ritratti come artisti accomunati da una eccezionalità dello sguardo e da sempre impegnati in un’ironica, eppure serissima, “sfida contro l’immateriale” e contro la limitatezza della realtà. Come afferma l’autrice: «L’idea e la sua realizzazione di catturare e condizionare l’inconsistente, l’impalpabile e l’intangibile è la conseguenza di un pensiero che [in loro] si distacca e si ritrae dalle convenzioni e si indirizza, piuttosto, verso ciò che viene considerato impraticabile, infattibile e irrealizzabile, semplicemente per dare forma a quello che non c’è». Nell’opera e nella biografia straordinaria di John Giorno, Teresa Macrì individua la possibilità di praticare un’”insubordinazione” radicale e diffusa, in grado di insinuarsi nei più diversi linguaggi espressivi e comunicativi fino a disarticolarne la codificazione. E poi c’è il racconto del cinema di Luca Guadagnino, e del recente Suspiria, a cui l’autrice dedica un ruolo centrale nel testo. Il suo viene definito come un “atto filmico apolide, dove arte contemporanea, citazione d’auteur, re-enactment, rock ‘n’ roll e musica colta, estetica, politica e psicoanalisi fanno collassare le norme”.
Con Pensiero discordante Teresa Macrì offre una panoramica personalissima e sfacciatamente anti enciclopedica, nella quale si mescolano frammenti di ricerche ed esperienze artistiche a volte lontane nel tempo e nella geografia. Eppure ad accomunarle c’è una spregiudicatezza dello sguardo, una determinazione a mostrare “le pieghe delle cose”, tale da permettere, seppure per un istante, di “distorcere e polverizzare il pensiero comune”.
Vasco Forconi
Teresa Macrì, Pensiero Discordante
Postmedia Books, 2018
62 pp, 27 ill.
formato 165x120mm
ISBN 9788874902101
Euro 9.90