Con la ripubblicazione del fondamentale saggio di Italo Zannier Storia della fotografia Italiana dalle origini agli Anni ’50, l’editore vuole affrontare specificatamente l’ambito nazionale. Uscito nell’occasione dell’ottantesimo compleanno dell’autore, il volume dello studioso e fotografo si presenta ormai come un classico, opera che potrà farci riscoprire i primi sottovalutati 120 anni della fotografia in Italia, portandoci a stabilire interessanti connessioni con la situazione attuale.
Fotografo di ambiente e di architettura, documentatore di fiducia di Bruno Zevi, lavoratore su commissione per l’Alfa, la Rex e la Zannussi, Zannier fondò nel 1955 il “Gruppo friulano per la nuova fotografia”, vicino ad una concezione neorealistica della pratica estetica. Una volta intrapresa la carriera di studioso, pochi anni dopo, decise di abbandonare i propri interessi artistici e documentaristici, per dedicarsi unicamente al versante accademico e storiografico. Il suo amore per le immagini si trasformò in volontà di definire forme e colori attraverso l’utilizzo della parola.
Iniziata ufficialmente nel 1839 con i primi dagherrotipisti, la storia ripercorsa da Zannier segue un criterio essenzialmente cronologico nella presentazione di innovazioni, di esperienze didattiche, documentarie, socio-relazionali. L’autore articola una successione di eventi da seguire passo a passo, o da ricercare, a posteriori, attraverso il sostanzioso indice dei nomi. Accanto ai personaggi illustri della scena del primo Novecento, potremo scoprire una serie di comprimari ormai sconosciuti, di ottici, chimici e meccanici di ogni estrazione sociale che hanno contribuito alla maturazione e allo sviluppo della fotografia.
L’utilizzo del mezzo di documentazione nei campi della medicina, della giustizia e della scienza è ampiamente descritto: si passa da un’analisi della fotogrammetria, per la misurazione topografica, alla nascita dell’editoria per la produzione delle cartoline illustrate, fino all’utilizzo politico di fotomontaggi. L’ambito prettamente artistico è definito in un’esauriente trattazione, a partire dal fotodinamismo futurista dei Fratelli Bragaglia, per arrivare agli esperimenti del gruppo “del Milione”, di Bruno Munari, alle sperimentazioni sui fotogrammi e sulle trasformazioni di oggetti in puri giochi di luce e ombra da parte di Luigi Veronesi.
Il saggio è arricchito da una prefazione di Michele Smargiassi, che delinea un sapiente ritratto della personalità dell’autore. Zannier sostiene che la fotografia, oltre ad aver rivoluzionato l’arte e lo sguardo dell’uomo, è riuscita a cambiare il mondo moderno. Come George Kubler, che nel suo saggio La forma del Tempo (1976) intuisce la possibilità di conoscenza dell’identità collettiva attraverso uno studio delle forme visive, anche Zannier annovera tra le chiavi di lettura della società contemporanea non soltanto le opere di valore estetico, ma anche gli oggetti, gli strumenti e le espressioni di uso comune.
di Ivan Fassio
Autore: Italo Zannier
Titolo: Storia della fotografia Italiana dalle origini agli Anni ’50
Prefazione di Michele Smargiassi
Editore: nuova edizione
Anno di pubblicazione: 2012
ISBN: 9788890652622
Pagine: 336
Prezzo: 23 Euro
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