La libera circolazione è quella del male. Ogni atto di violenza si genera spontaneamente, all’interno della rete delle relazioni, e pare inteso in modo sofferto come una sorta di principio costitutivo dell’esperienza. Si propaga a partire dalla nascita, dibattendosi nell’incapacità di rispondere alla domanda sul motivo della prevaricazione, del dolore, dell’indifferenza.
Riccarda Montenero pare indicare la via d’uscita in una purificazione quasi teatrale. L’azione simulata e la finzione tout court vengono immortalate come momenti immacolati, all’interno di schemi che ricreano l’inevitabile prigionia dell’esistenza. In questo mascheramento liberatorio, volutamente slacciato dall’energia pulsionale, si definisce il non-luogo dell’arte, relegato di là del reale. Questo è il momento privilegiato dell’invenzione necessaria, della condensazione di corpo e spirito in un enunciato opaco e simbolico. Il medium fotografico viene ripreso dall’artista dopo un cammino che l’aveva portata all’esaurimento delle forme del disegno e della scultura per giungere all’esplorazione delle potenzialità di installazione e realtà virtuale costruita in 3D.
Il libro presenta immagini in bilico tra bianco e nero, effetti sfocati, pallida emersione del colore. Una macchia di sangue, talvolta, pare intromettersi alla superficie di una partitura preordinata. Rare ombre si stagliano su pavimenti o invadono lo spazio dei personaggi. Impronte digitali, riproduzioni oniriche di mani e chiari indizi della falsità della nostra percezione vagano in un ovattato ambiente di rappresentazione. Pedine, scacchiere, orologi sembrano essere gli unici garanti: guardiani dell’inesorabilità , sorvegliano le ore e le mosse del disagio. In nuce cova lo spettro dell’alienazione, dell’emarginazione. La società contemporanea è indagata e descritta, poiché lo sguardo universale non abbandona il presente. La caducità della rappresentazione – come se fosse fissata nel soffio di morte della fotografia – ne ribadisce la condizione di interlocutore.
Al temine della pubblicazione, una serie di clip dai film d’artista in 3D Clandestini (2006) e La Mattanza (2009) testimonia una fertile interazione tra testi poetici, lettura espressiva, musiche, elaborazione e animazione digitale. Dalla compenetrazione tra mezzo espressivo e contenuto, siamo catapultati in un apparato generatore. La possibilità di intravedere uno spiraglio per una strada ulteriore, isolata dall’inumana catena di montaggio delle consuetudini sociali, rimane il disvelamento necessario che ogni pratica artistica deve perseguire.
di Ivan Fassio
Libre Circulation
a cura di Paola Gribaudo
Editore: Silvana Editoriale
edizione bilingue ita/fra,
ISBN: 9788836620715
Euro 25
pagg. 100
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