Categorie: Libri ed editoria

Reading Room | Se l’artista racconta la storia. Attraverso il film

di - 25 Aprile 2014
Nel film Sans Soleil del 1983 Chris Marker ha dichiarato: «Non ricordiamo: riscriviamo la memoria». Anticipatore e visionario, il cineasta considerato tra i più importanti rappresentanti del film-essay, ha messo a fuoco con questa frase una delle tematiche più rilevanti con cui gli artisti – in particolare dopo la caduta dei regimi socialisti – sono stati chiamati a confrontarsi: la memoria, la sua creazione e il suo controllo da parte dei regimi democratici neoliberisti. L’antologia Politiche della memoria, a cura di Elisabetta Galasso e Marco Scotini, raccoglie i contributi di diciotto artisti e filmmaker tra i più radicali della scena internazionale – da Hito Steyerl a Ursula Biemann, Eric Baudelaire, Jean Marie Teno – che si sono occupati nel loro lavoro della possibilità di creare una memoria emancipata dal discorso egemonico, aperta all’interpretazione e costruita a partire da prospettive marginali, rimosse dalla storiografia ufficiale.
La memoria e le sue fonti, come l’archivio e il documento sono il terreno su cui si dispiega la messa in discussione «del regime di verità come principio regolativo e l’autorità della storia a cui tale principio dà luogo». Come ricorda ancora Scotini, l’archivio non è immutabile collezioni di dati, è materiale in divenire, «richiede di essere de-archiviato e re-archiviato continuamente, senza mai fornire qualcosa di catalogato definitivamente». È il processo di profanazione, che per Giorgio Agamben consiste nel rendere nuovamente accessibile ciò che era stato sottratto all’uso comune degli uomini, in questo caso il proprio passato e i processi di significazione ad esso relativi.

Nei quattro capitoli in cui si articola il volume, la memoria viene declinata attraverso un processo interpretativo legato spesso al punto di vista biografico degli autori. Nella loro produzione filmica questo marca l’urgenza della creazione di una storiografia alternativa, che contribuisca a una ricostruzione e a una re-codificazione di eventi a volte cruciali a volte minori della storia del XX secolo, per mettere in discussione la narrazione dominante e la produzione delle coscienze collettive. È l’urgenza che spinge Deimantas Narkevicius alla scrittura di Matrioskos, un progetto del 2005 in cui l’artista lituano destruttura l’impianto narrativo di una fiction prodotta da un canale televisivo belga pochi anni prima, in cui la transizione dal regime comunista al capitalismo è mediata da una visione stereotipata di degrado morale, associato all’emergere del mercato della prostituzione, che elide dal racconto il trauma degli individui coinvolti.
Il trauma è un tratto ricorrente nei lavori e nei testi di questi autori, come nel caso di Angela Melitopoulos, che a partire dalla storia di migrazione che da generazioni coinvolge la sua famiglia, getta uno sguardo intenso sull’amnesia storica che di fatto impedisce una presa di coscienza politica per migliaia di individui il cui passato esiste solo nelle narrazioni tramandate di padre in figlio, ed escluse dal discorso pubblico. Al contrario, una memoria collettiva cristallizzata ed i suoi effetti oppressivi sono il soggetto di Izkor. Slaves of Memory, un film in cui il regista israeliano Eyal Sivan documenta la creazione della memoria e della coscienza collettiva tra i bambini e i ragazzi di Israele, girando per un mese nelle scuole, dalla Pasqua al giorno dell’Indipendenza.
Attraverso il racconto dei propri lavori e con un approccio critico approfondito, i saggi degli autori inclusi in Politiche della memoria tracciano un percorso che attraversa il discorso contemporaneo sulla produzione delle immagini e, come nel caso di Clemens von Wedemeyer – ricostruiscono una genealogia della pratica del documentario come gesto di produzione soggettiva di immagini, dal cine-occhio di Dziga Vertov a Film di Samuel Beckett.
Politiche della memoria. Documentario e archivio
A cura di: Elisabetta Galasso, Marco Scotini
Testi di: John Akomfrah, Eric Baudelaire, Ursula Biemann, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Khaled Jarrar, Lamia Joreige, Gintaras Makarevicius, Angela Melitopoulos, Deimantas Narkevicius, Lisl Ponger, Florian Schneider, Eyal Sivan, Hito Steyerl, Jean-Marie Teno, Trinh T. Minh-ha, Wendelien van Oldenborgh, Clemens von Wedemeyer, Mohanad Yaqub.
Editore: Derive Approdi
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 216
Euro: 18

Storica dell’arte e curatrice indipendente. Tra i suoi interessi, il mercato e l'economia dell'arte, le pratiche artistiche legate alla critica delle istituzioni e l’arte nello spazio pubblico. E' course leader del Master in Contemporary Art Markets di NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano. Insegna inoltre all’Accademia di Belle Arti di Brera e all'Università Leuphana a Luneburg (D). E’ Italian Editor dell’Art Market Dictionary (De Gruyter), collabora con ArtEconomy24 e Exibart.

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