Inserire nella nostra sezione dedicata ai libri una rivista può apparire fuorviante. Tuttavia quando un periodico si prende la briga di fare il libro, di fare il saggio o di fare la guida, allora la sua fruizione cambia nei modi e nei tempi. Questa semplice riflessione ci consente – crediamo – di segnalare l’esistenza nelle librerie (altrimenti al numero di telefono che vi segnaliamo in calce) del numero 48 di NEXT – trimestrale di arte e cultura.
Il numero della rivista è relativo all’autunno/inverno dello scorso anno e approfondisce in maniera rapida, diretta e curata la situazione attuale delle gallerie romane. Il primo articolo è un’iniziale denuncia sullo scarso impegno istituzionale per la promozione dell’arte contemporanea (editoriale a firma di Renato Nicolini, a dicembre ancora direttore Palazzo delle Esposizioni) e sulla mancanza totale di strategia dove gli investimenti pubblici si fanno concorrenza tra loro. Il dibattito sulle gallerie d’arte a Roma è aperto dall’editoriale della direttrice di NEXT, Emma Ercoli, che sottolinea le contingenti difficoltà che mercanti e galleristi incontrano da sempre in una città compiaciuta, impigrita e appagata da un’arte che ne pervade ogni angolo.
La ricognizione parte per temi. Subito tre grandi gallerie come Casagrande, Sperone e Miscetti si presentano in brevi saggi che ne ripercorrono il concepimento, la nascita e lo sviluppo attraverso gli accadimenti più significativi. Nel pezzo successivo, Anna Cochetti racconta la vita di una serie di spazi storici: Ponte, Oddi Baglioni, 2RC ed altri. Numerose immagini mostrano gli allestimenti e le gallerie in cui sono ospitati. Il curatore e il direttore dello studio Change (attivo dal 1997) si intervistano tra loro informando il lettori sull’attività della loro galleria, impegnata essenzialmente nella tessitura di fruttuosi rapporti internazionali.
Due articoli approfondiscono la figura del noto gallerista Sargentini e le attività della Nuova Pesa, galleria di Trastevere. Sempre a Trastevere, NEXT ci presenta due spazi interessanti come VOLUME!, galleria non-galleria che offre agli artisti la possibilità di ripensare in maniera radicale lo spazio espositivo, e S.A.L.E.S. vista dal popolo romano dell’arte e dagli stessi proprietari come l’unica galleria di tendenza della capitale. Nei saggi successivi si parla de L’Isola, Ugo Ferranti, A.A.M., De Crescenzo & Viesti e ancora del Cortile, Segno, Soligo.
Emanuela Nobile Mino propone un itinerario – rigorosamente a piedi – nel centro di Roma con partenza dal Magazzino d’Arte Moderna ed arrivo alla galleria Pio Monti, passando per la recentissima ‘9, via della vetrina contemporanea’ e per il milanese (con filiale a Roma) Studio Casoli. Per quanto riguarda la galleria Valentina Moncada e la storica Sala 1, sono sottolineate la caratteristiche che pongono i due spazi a stretto rapporto con il mondo dell’arte statunitense. Di grande interesse le segnalazioni delle associazioni culturali, attualmente attori di prim’ordine della scena romana.
Ne deriva un quadro che colloca la capitale all’interno di un oggettivo cono d’ombra nel panorama della promozione e della vendita dell’arte. Appare evidente la sudditanza nei confronti di città come Milano e Torino dove, a differenza di Roma, ‘si vende’. Nel testo sono elogiati gli spazi che intessono rapporti con colleghi esteri, meglio se americani; tutto questo sottolinea ancora l’attuale situazione che fatica ad uscire dal provincialismo. Non mancano tuttavia aree di sviluppo e possibilità di riscatto. I testi mostrano come sia ormai fondamentale ed infaticabile l’attività svolta dalle decine di associazioni culturali le quali, forse perché più distanti dai condizionamenti del mercato, osano e intraprendono in maniera più continuata e coordinata tra di loro. E’ forse grazie a quest’ultime organizzazioni che, nella capitale, potrà rinascere un – seppur piccolo – maturo sistema dell’arte che veda (cosa essenziale in questo momento) la nascita di un collezionismo giovane ma consapevole e meritocratico: come recita un notissimo adagio da curva sud, “…so finiti i tempi cupi”?
Massimiliano Tonelli
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