Il libro è il frutto di una ricerca condotta dall’autrice nelle biblioteche e negli archivi delle maggiori città italiane ed europee. Il risultato è un racconto avvincente, impreziosito da una vivace partecipazione alle vicende e da una scrupolosa attinenza ai fatti, fin dove è possibile…
Nel redigere le note in appendice al testo, Alexandra Lapierre indica sempre quali sono state le sue fonti bibliografiche, archivistiche o… fantasiose. Infatti nel ricostruire la vita di personaggi storici, in assenza di testimonianze dirette, quali testi biografici di contemporanei, l’unica fonte attendibile è fornita dai registri parrocchiali e dagli atti legali. Per questo motivo è facilissimo seguire la famiglia Gentileschi (Orazio, Artemisia e i suoi fratelli) attraverso tutti i traslochi da una via all’altra del quartiere degli artisti a Roma. A Napoli l’autrice non ha avuto altrettanta fortuna: una grave lacuna riguarda, in particolare, la nascita della seconda figlia di Artemisia e le sue eventuali nozze con un notabile della corte spagnola. In queste circostanze la Lapierre ha “ricostruito”, sulla scorta di altre tracce, un attendibile svolgimento dei fatti. Un po’ troppo forzata, invece, è l’invenzione della partecipazione di Artemisia all’affaire della vendita della collezione Gonzaga, ma anche in questo caso l’autrice denuncia, in nota, la creazione di fantasia.
Il merito del libro, comunque, è tutto nella freschezza dei personaggi, nella resa delle atmosfere, nelle ricostruzioni dei dialoghi. La Roma dei Borghese è descritta in tutta la sua magnificenza di fasto e corruzione. Il mondo degli artisti ingaggiati nell’enorme cantiere del cardinale Scipione viene indagato e raccontato in tutti i suoi aspetti: le risse, le invidie, il fascino torbido di Agostino Tassi, la sensualità di Artemisia, l’ambizione di Orazio, tutti in corsa per l’avventura più grande: l’immortalità attraverso le proprie opere.
L’atmosfera della Firenze di Cosimo II, con le sontuose feste a Palazzo Pitti, è resa con efficacia ed è arricchita da numerosi dettagli che illustrano ampiamente l’ultima vera grande stagione dei Medici.
Occorre infine menzionare la traduzione di Doriana Comerlati per l’edizione italiana, senza dubbio all’altezza della prosa che la Lapierre ha elaborato per trasporre in francese il colore dell’italiano del Seicento.
Pietro Gaglianò
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Davvero un libro entusiasmante.Grazie per avercelo segnalato.