Categorie: Libri ed editoria

La Rothko Chapel festeggia 50 anni e Rizzoli la celebra in una nuova pubblicazione

di - 17 Marzo 2021

La Menil Collection si presenta come una vera e propria oasi di riflessione dedicata all’arte. Situata in un ampio parco non lontano dal centro di Houston, in Texas, la Collezione assume le sembianze di un luogo mistico, quasi surreale, se si pensa alla città in cui si trova, tutta highways, diners e grattacieli. L’atmosfera che si respira riflette fedelmente le intenzioni dei fondatori, Dominique e John de Menil, credenti e praticanti cattolici, di creare uno spazio in grado di rappresentare un punto d’incontro tra arte e preghiera, tra contemplazione artistica e spirituale. All’interno del parco della Collezione si trovano anche il Menil Drawing Institute, la Cy Twombly Gallery e la Rothko Chapel.

Inaugurata nel 1971, la Rothko Chapel, inizialmente pensata per essere collocata nel campus della University of St. Thomas, venne poi costruita a fianco della Menil Collection come cappella anticonfessionale, luogo di meditazione e ritiro spirituale per i visitatori. Qualche anno prima, nel 1964, i due collezionisti avevano commissionato al celebre pittore Mark Rothko la realizzazione di una serie di dipinti da inserire all’interno dei suoi spazi. Rothko, venuto a mancare all’età di 66 anni nel febbraio 1970, non riuscì sfortunatamente ad assistere all’installazione dei 14 monumentali dipinti che aveva realizzato site specific per la Rothko Chapel.

Nell’introduzione al nuovo libro pubblicato da Rizzoli, Christopher Rothko, figlio del pittore, ha descritto la Cappella come uno spazio che offre «Uno scorcio di eterno attraverso la prospettiva di un solo artista» dove chiunque vi entri è in grado di «Vivere un’esperienza trascendentale». La forma ottagonale della struttura è stata progettata dall’architetto americano Philip Johnson inspirandosi alla chiesa bizantina di Santa Maria Assunta a Venezia. Il nuovo volume di Rizzoli, “Rothko Chapel: An Oasis for Reflection”, contiene diversi disegni e schizzi fatti da Johnson, il quale, poco tempo dopo l’inizio del progetto, si licenziò a causa di un disaccordo con Rothko sull’altezza del lucernario dell’edificio. Nonostante l’indicazione iniziale dell’architetto di realizzarlo a un’altezza di 26 metri per proteggere i dipinti dal caldo e intenso sole texano, il lucernario venne comunque costruito a un’altezza di 9 metri su richiesta di Rothko, che voleva ricrearlo uguale a quello nel suo studio a New York.

La Cappella venne quindi terminata dagli architetti Howard Barnstone e Eugene Aubry mantenendo tutti gli elementi originariamente previsti da Johnson, tranne il lucernario, che venne però modificato lo scorso anno per anticipare futuri danni da luce e calore sui dipinti come parte di un restauro del valore di 30 milioni di dollari. Il libro di Rizzoli include anche un approfondimento sui lavori di restaurazione, a seguito dei quali la Rothko Chapel si è arricchita di un archivio e di un centro dedicato a programmi pubblici di vario tipo.

Due saggi scritti da Stephen Fox, studioso di storia dell’architettura, e Pamela Smart, professoressa di storia dell’arte all’università di Binghamton, esplorano l’influenza che il prete franco-domenicano Marie-Alain Couturier—famoso per aver installato opere d’arte contemporanea all’interno di storiche chiese francesi—ha avuto sui due collezionisti Dominique e John de Menil e sulla loro decisione di voler realizzare uno spazio ecumenico dedicato all’arte e alla preghiera.

I testi presenti nel libro riconoscono anche l’impegno dell’istituzione negli anni verso questioni di carattere sociale riguardanti gli Stati Uniti. Durante la giornata di inaugurazione dell’opera Broken Obelisk (1963-1969) realizzata da Barnett Newman—una scultura collocata di fronte alla Rothko Chapel dedicata a Martin Luther King—Dominique de Menil fece un discorso pubblico molto significativo in merito all’argomento. «I grandi artisti sono dei donatori. I tesori che lasciano all’umanità non hanno prezzo. Il Broken Obelisk di Barnett Newman è uno di questi tesori. È semplice bellezza che può arrivare a tutti… qui abbiamo sia una Cappella che un monumento. Un luogo di culto e un memoriale dedicato a un grande leader. L’associazione di questi due straordinari luoghi dovrebbe ricordarci mille volte che la vita spirituale e la vita attiva dovrebbero rimanere unite. Dovrebbe ricordarci mille volte che non c’è amore senza giustizia».

Due settimane fa, per festeggiare il 50esimo anniversario, la Rothko Chapel ha presentato una lista annuale di programmi sia on-line sia in loco, inclusa la proiezione di un film girato dal figlio François de Menil, recentemente digitalizzato, che ritrae la Cappella nei suoi primi anni e un simposio in streaming che affronterà questioni relative alla lotta per i diritti umani negli Stati Uniti.

Rothko Chapel: An Oasis for Reflection, Rizzoli Electa, 132pp, $ 50

Nata a Modena nel 1998, sta concludendo la laurea triennale in Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano. Parallelamente ha lavorato come intern alla Collezione Maramotti a Reggio Emilia, e successivamente presso il Center for Italian Modern Art (CIMA) a New York.

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