Da Giorgione a Raffaello, dall’antica volta stellata di Galla Placidia a Ravenna fino alle opere di Olafur Eliasson, sono moltissimi gli esempi di opere d’arte eccelse che hanno tratto ispirazione dall’astronomia. I cieli stellati, con il loro infinito movimento e il confondersi di spazio e tempo in un turbine di mistero, le esplosioni luminescenti delle supernovae e le insondabili profondità dei buchi neri sono realtà scientifiche che da sempre accendono la fantasia poetica degli artisti. Forse, fondamentalmente e semplicemente, perché hanno qualcosa di molto importante da dirci. Che cosa? Ci ricordano che siamo infinitamente piccoli, che facciamo parte di un fluire eterno di energia e che, al di là di ogni prospettiva vagamente o banalmente new age (che qui non c’entra nulla!), siamo davvero poca cosa rispetto al cosmo che, in modo arcano, insieme ci annienta, ci dà vita e ci sostiene.
Ma oltre le prospettive artistiche, poetiche e filosofiche, che cosa sappiamo e conosciamo del cosmo? A meno di essere studiosi della materia, molti di noi di astrofisica ci capisce molto poco. E chi volesse approfondire, facilmente si scoraggerebbe di fronte agli importanti e seri volumi da studiare per comprendere davvero questi temi. Per questa ragione il libro di Neil deGrasse Tyson Astrofisica per chi va di fretta (tradotto in italiano da Raffaello Cortina Editore, Milano 2018) è un prezioso aiuto per chi vuole addentrarsi nei misteri del cosmo insieme con agilità, serietà e freschezza. Neil deGrasse Tyson è un dotto astrofisico del Museo americano di Storia Naturale di New York, nonché direttore dell’Hayden Planetarium. Ma è anche un abile divulgatore, capace di raccontare con parole semplici verità scientifiche complesse. Non tanto per fare di noi ignoranti in materia, in men che non si dica, presuntuosi astrofisici in erba, naturalmente. Ma il libro è utilissima per aiutarci a capire qualcosa dell’infinito spazio che sta oltre la nostra preziosa e fragile atmosfera terrestre.
La lettura è facile, divertente, infarcita di esempi tratti dalla vita comune, e alla fine del libro abbiamo la piacevole sensazione di aver imparato qualcosa di totalmente nuovo, almeno per la maggior parte di noi, e di aver trascorso del tempo di qualità in modo persino divertente. Il libro si snoda attraverso i vari temi fondamentali: dalla luce e la sua velocità alle galassie, passando per i pianeti e le loro sferiche forme geometriche (o sono delle ellissi?), senza dimenticare l’energia oscura e la materia nella sua densità. Per finire, l’ottima chiosa sul tema della prospettiva cosmica invita, anche se sempre con sapiente leggerezza, a una profonda riflessione su chi siamo, quale sia il nostro posto nel cosmo, e quanto poco contano, in una prospettiva più ampia e realistica delle cose, le nostre inquietudini quotidiane, che tanto ci tengono occupati chiudendoci lo sguardo. Ma può una prospettiva cosmica, usando le parole di deGrasse Tyson, cambiare davvero il nostro modo di stare al mondo? Se presa sul serio, forse sì. Con tutte le conseguenze artistiche, poetiche e filosofiche che deGrasse Tyson non tocca, ma che la sua riflessione non può che suscitare.
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