Edito da Sperling & Kupfer, il volume è davvero ricco di spunti per entrare nei meccanismi della moda e capirne le dinamiche. Un mondo dove spesso manca la critica e auto ironia. La giornalista Mariella Milani, una delle prime donne a condurre il Tg2, racconta con la sua arguzia una storia che inizia col suo primo servizio nel 1994, momento in cui viene lanciata da Clemente Mimun (allora direttore del Tg2) verso una nuova carriera nel settore moda, intervistando Gianni Versace. Da lì inizia con una serie di eventi e interviste con i grandi protagonisti del Made in Italy, da Giorgio Armani, Valentino Garavani, Roberto Cavalli, fino a Miuccia Prada, tanto per citarne solo alcuni. Non c’è solo la moda italiana, ma sono molti gli incontri memorabili come quello con Alexander McQueen e Isabella Blow, Manolo Blahnik, Karl Lagerfeld fino al ricordo dell’ultima sfilata di Yves Saint Laurent.
Una serie coinvolgente di aneddoti, flash back, momenti memorabili e letteralmente irrepetibili perché in quegli anni erano protagonisti quelli hanno letteralmente segnato la storia della moda. Non si tratta però di fashion nostalgia per un passato glorioso, Mariella Milani arriva anche a trattare tematiche più attuali, come le nuove sfide della moda verso la sostenibilità e le conseguenze del Covid-19, toccando le strategie che la moda dovrebbe adottare per risollevarsi da problemi che forse esistevano anche prima e che la pandemia ha solo esacerbato. Il libro nasce dalla passione della giornalista di voler raccontare il fashion anche tramite nuovi linguaggi.
Il titolo prende infatti spunto dal suo podcast, che ha segnato il suo reinventarsi dopo la tv tramite altri media, tra cui anche Instagram dove continua con la stessa passione il suo storytelling del contemporaneo. Così racconta la stessa Milani: “Ho deciso di scrivere il libro perché volevo lasciare una testimonianza di un mondo meraviglioso che ho vissuto e che ho definito di lustrini e pugnali dove non è tutto oro quello che luccica e niente è come appare. Però si tratta anche di un mondo che fa sognare come un pifferaio magico. Quindi, sono assolutamente convinta che possa essere utile ai giovani. I lettori potranno capire che il mondo della moda può essere molto diverso da quello che si pensa. Ho raccontato tutta la verità, solo la verità, nient’altro che la verità di quello che ho vissuto dal ’94”.
Non lasciatevi però ingannare dal sottotitolo “Quello che nessuno vi ha mai raccontato sul mondo della moda” che potrebbe far pensare a inchieste scottanti o scandali del mondo moda. Nulla di tutto questo. Qui troverete una storia della moda vissuta e molto realistica con tantissimi retroscena e aspetti nascosti relativi a tanti personaggi noti al grande pubblico. Sono altresì interessanti le pagine dedicate a creativi meno conosciuti, come Antonio Marras e la moglie Patrizia Sardo (raccontato nel suo periodo in cui era direttore creativo per Kenzo) o il caso di Alessandro Dell’Acqua, che rimasto senza fondi e senza la possibilità di usare il suo marchio, è riuscito con caparbietà a ripartire con un nuovo brand N°21.
Oppure si potrebbero citare gli approfondimenti sugli imprenditori italiani come Gerani o Cucinelli, che si sono rifiutati di delocalizzare la produzione in Paesi con manodopera a basso costo, fino alle considerazioni sulla moda responsabile di Sara Maino e Matteo Ward. Pagine che coinvolgono il lettore per la schiettezza in cui si narrano anche momenti imbarazzanti o episodi negativi. Come conclude la stessa Milani: «Ho sempre pensato che un po’ più di irriverenza e sensibilità farebbero bene a un sistema tanto concentrato sui suoi riti e sui suoi sacerdoti, ossessivamente bisognoso di idoli da venerare». Una lezione che la moda dovrebbe ricordare unitamente allo slogan di Steve Jobs: ‘La cosa importante è pensare in modo nuovo’ (think different).
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