Chi di noi da bambino non si è costruito una capanna, mettendo insieme alla bell’è meglio coperte e cuscini, per poi nascondervisi dentro, un riparo sicuro, lontano dal mondo, in cui anche solo per un attimo si poteva fingere di essere qualcun altro, un pirata, una strega, un avventuriero alla ricerca di un tesoro perduto, un nido dove poter sognare e inventarsi storie meravigliose. Lo stesso hanno fatto i protagonisti di Quattro Capanne o della semplicità, saggio di Leonardo Caffo edito da Nottetempo, perla della collana Terra, che mira a rimettere in discussione il rapporto tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda.
Le capanne prese in analisi in questo caso sono quattro, abitate non da personaggi frutto della fantasia di qualche bambino, ma da intellettuali, studiosi, uomini talentuosi che hanno saputo rivoluzionare la propria epoca: un pensatore-scrittore, un enigmatico terrorista ex professore di matematica, un architetto che ha contribuito a scrivere la storia dell’architettura e un filosofo e logico anticonformista. «Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza» scrive infatti Henry David Thoreau nel suo Walden ovvero Vita nei Boschi, ed è lì che decide di vivere in giovane età per ben due anni, due mesi e due giorni, in una capanna costruita sulle rive del lago Walden, all’insegna di una vita frugale. Altrettanto farà Theodore Kaczynski, meglio conosciuto come “Unabomber”, che a soli ventisei anni si ritira nel suo rifugio dell’Illinois, in forte disaccordo con una società avviata verso il più sfrenato progresso tecnologico, rispondendo con la violenza dei suoi ordigni.
Al contrario degli altri, Le Corbusier giunge in tarda età a edificare la sua capanna, alla fine della sua carriera, realizzando un organismo, Le Cabanon, pensato per respirare in armonia con la natura della Costa Azzurra, circondato dal verde e affacciato sul mare. Nascosta tra i fiordi norvegesi è invece l’essenziale costruzione di Ludwig Wittgenstein, una vera e propria isola del pensiero, raggiungibile solo con una piccola barca, alla quale il filosofo farà ritorno nei momenti salienti della sua vita. Caffo si serve di un luogo fisico, metafora dell’esistenza e simbolo archetipico, per delineare le biografie di queste grandi personalità che hanno segnato in maniera indelebile la storia, accomunate da una cifra stilistica riconoscibile nel ritorno alla semplicità, la semplicità di una vita genuina in cui, per citare sempre Thoreau, «un uomo è ricco in proporzione al numero di cose di cui può fare a meno». Quattro capanne si può quindi leggere per sbirciare nelle vite di queste figure e nell’intimità del loro spirito, per soddisfare una sincera curiosità oppure, immergendosi e specchiandosi in esse, si può dedurre un proprio modus operandi, un manuale d’istruzioni lontano dai rigidi e impostati dettami accademici, a cui guardare per costruirsi la propria capanna modellata su una forma di vita autentica.
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