Dopo cinquant’anni dalla sua prima e unica edizione nel 1970, Sputiamo su Hegel di Carla Lonzi viene ripubblicato insieme ad altri testi dell’autrice e del collettivo Rivolta Femminile, da lei fondato insieme a Carla Accardi ed Elvira Banotti. Edito da La Tartaruga nel 2023, il volume Sputiamo su Hegel e altri scritti diventa così nuovo punto di riferimento per il pensiero e la storia del femminismo italiano. Annarosa Buttarelli, curatrice del volume, descrive i testi come «alimenti per la trasformazione di sé». Sono infatti, quelle di Lonzi, parole che si fanno cibo e sostanza, nutrimento e sostentamento per quella parte di noi che aspira, per sua natura, ad evolvere, crescere e mutare.
Carla Lonzi sradica pezzi di cultura, sfida le certezze su cui poggia la millenaria società patriarcale in cui tuttora viviamo, mette in discussione i dogmi, le leggi, i diritti e i doveri disegnati da chi questa società l’ha costruita e imposti a chi, senza possibilità di scelta, questa società l’ha abitata. Rompe gli schemi costruiti attorno ai concetti di uomo e di donna, indicando una via per la liberazione femminile che vada oltre il piano meramente giuridico, che invada la sfera sociale e culturale, vero terreno fertile per la fioritura di rapporti tra individui che ripudiano le dinamiche di potere e prevaricazione. La sua penna scrive con pazienza, grazia, stile e metodo le parole per una rivoluzione.
Teorica del femminismo della differenza, Carla Lonzi parte dall’assunto che la liberazione della donna non può avvenire tramite il perseguimento dell’uguaglianza tra i sessi, in quanto uomini e donne non sono uguali: «La differenza della donna sono millenni di assenza dalla storia». Come si può pensare di stabilire un equilibrio tra due mondi rimanendo all’interno di un sistema che ha sempre ignorato e silenziato uno dei due?
L’obiettivo, chiaro e conciso, di Carla Lonzi e di Rivolta Femminile è dunque quello di decostruire quegli assunti da sempre considerati inattaccabili e intoccabili, che hanno di fatto determinato l’esclusione della donna dalla storia. Lonzi muove le sue più aspre critiche a Hegel, Marx e Freud, padri della cultura e della filosofia occidentale che, in quanto tali, hanno posto le basi per la costruzione di modelli – culturali, politici, psicologici, sessuali – prettamente maschili che respingono la donna «in quanto soggettività», ammettendola soltanto come elemento accessorio. Critica d’arte ancor prima che teorica femminista, Lonzi esamina i rapporti della donna con la sfera creativa: la esorta a prendere coscienza della propria personalità artistica, a pretenderne il riconoscimento di fronte la società, ad abbandonare il ruolo «esclusivamente ricettivo» da sempre ricoperto nei confronti del genio maschile.
Tuttavia, per essere padrona della propria arte, del proprio intelletto e delle proprie aspirazioni, la donna deve prima sganciarsi da un preciso vincolo che, più di ogni altro, è stato l’arma con cui la società patriarcale l’ha immobilizzata: c’è bisogno che essa riconosca «nella colonizzazione sessuale la condizione di base dell’indebolimento e dell’assoggettamento della donna». La donna clitoridea e la donna vaginale pone, con lucidità e coerenza rare, le fondamenta per un percorso di autocoscienza e riappropriazione di sé che ancora oggi, dopo mezzo secolo di lotte, risulta meta lontana e non gioiosa conquista. «Noi diciamo all’uomo, al genio, al visionario razionale che il destino del mondo non è nell’andare sempre avanti come la sua brama di superamento gli prefigura. Il destino imprevisto del mondo sta nel ricominciare il cammino per percorrerlo con la donna come soggetto».
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