Altro che Romolo e Remo, aratri che tracciano solchi nel terreno e mura che delimitano il Palatino: Roma alle origini e per molto tempo fu solo una grande e improvvisata piazza-mercato, dove i contadini dei dintorni scambiavano le proprie merci e i mercanti facevano ricchi affari risalendo il Tevere con le proprie imbarcazioni e fermandosi nel punto in cui era più facile attraversare il Tevere, vicino all’Isola Tiberina.
Chiunque viva o semplicemente soggiorni anche per un breve periodo a Roma, sa che anche oggi le piazze della capitale non sono soltanto un elemento urbanistico ma un modo di vivere, un elemento simbolico-caratteriale che costituisce l’identità più profonda di questa città.
Vecchia più di 2500 anni, Roma non ha perso il suo carattere aperto, il suo bisogno di incontro e di vita sociale all’aperto, approfittando degli inverni dolci e delle estati rinfrescate dal ponentino che invitano a sfruttare le piazze come fossero salotti o giardini, dove è bello trascorrere il tempo a far due chiacchiere e bere un bicchiere di vino dei Castelli insieme agli amici.
La storia delle mille piazze che costellano oggi la città è raccontata in maniera puntuale e approfondita da Ferruccio Lombardi nel suo ultimo volume, uscito per i tipi di Newton&Compton. Nel volume troveremo anche la storia delle piazze scomparse, demolite soprattutto dopo la “ristrutturazione” della città che si preparava a diventare capitale di una nazione moderna dopo il 1870, per salvare una memoria storica che rischia di andare perduta col passare degli anni. Questo sguardo che va attraverso il tempo, unendo in un ideale percorso passato e presente, è il valore aggiunto di questo libro, che
L’opera è corredata di una Nota Storica sintetica delle vicende della città, con interessanti informazioni sulla genesi del tessuto urbano e sulle vicende della popolazione nei secoli.
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